Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




.

"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



06 maggio 2012

Ma che triste.



PADOVA. Dopo otto anni di battaglie legali contro i rumori prodotti dal patronato, di cui 35 denunce personali al parroco don Francesco Tondello della chiesa di San Paolo Apostolo, due procedimenti civili, una decina di denunce ai parrocchiani e quattro denunce ad altrettanti minorenni, Silvia Cesarin, residente vicino al campetto sportivo del patronato, ha spuntato una vittoria che potrebbe mandare sul lastrico la parrocchia e tutte le sue attività sportive. Secondo un’ordinanza del tribunale infatti entro 6 mesi (a partire da marzo scorso) la parrocchia deve mettere a norma il campetto di via Giovanni Bertacchi con fondo d’erba sintetica e barriere fonoassorbenti per un costo di 42 mila euro. A suo carico anche le spese legali (15 mila euro).
Per la realtà religiosa, già gravemente indebitata con le banche per tenere testa alle continue denunce della donna, significherebbe bancarotta. In altre parole la fine di qualsiasi attività ludica, ricreativa e sociale per i bambini e i ragazzi del rione. Per la signora Cesarin in ballo c’è la salute e non è disposta a passarci sopra. Nonostante, su 13 appartamenti che affacciano sul campo, sia l’unica a lamentare rumori molesti, non indietreggia di un passo dalla sua posizione: quel patronato è una fabbrica di urla, rumori e confusione. Esattamente quella che possono produrre dei bambini della scuola materna e dei ragazzi dai 6 ai 18 anni.
Il patronato, ottemperando ad un’altra sentenza del tribunale, aveva già stabilito gli orari del campetto facendoli coincidere con quelli del patronato: 15-19 d’estate e 16-18 d’inverno. Questo proprio per venire incontro il più possibile alle esigenze della vicina. Il piccolo rettangolo di erba naturale, dove si gioca a calcetto o a pallavolo, è recintato, dunque è impossibile accedervi fuori dagli orari del patronato. Ma la donna non si è detta soddisfatta e ha ingaggiato il duello legale che, lo scorso marzo, ha portato all’ordinanza che ora preoccupa non poco. Tanto che parrocchiani, animatori e genitori si sono costituiti nel Comitato Patronando per dare man forte a don Francesco e difendere l’unico luogo di riferimento per i loro figli.
Dopo la “sconfitta” legale, il comitato ha scritto una lunga lettera indirizzata alle autorità ecclesiastiche e civili (vescovo, vicario generale e cittadino, prefetto e sindaco) per chiedere aiuto. «Il patronato», ricordano, «sorge dal 1968 in una zona densamente abitata ed è dotato di un campetto dedicato a diverse attività all’aperto. Per le lamentele di una sola persona su 13 si è creato un clima di tensione: basti pensare che le feste di compleanno sono state interrotte dall'intervento delle forze dell’ordine. Il patronato non vuole garantirsi l'esistenza nell'illegalità, e neppure avere un trattamento di privilegio, ma concentrare la propria attività nel fine sociale e religioso che si è prefisso, senza dover impiegare quantità di denaro nelle spese legali “stornandolo” da altre serie necessità della parrocchia».
Pesa una questione di fondo che potrebbe creare un precedente per tutte le comunità religiose e gli stessi luoghi pubblici: «Il rumore di bambini che giocano è un pericolo per la quiete e la salute pubblica?».

 Fonte

Ignoranza, tanto tempo libero e totale mancanza di buonsenso.
Brutto mix.

Un capolavoro poi il monologo delirante che ci da un ritratto esaustivo del soggetto in questione:
 «Ai miei tempi - continua la commercialista - le festicciole si facevano in casa. Alcuni di quei genitori riuniti in comitato sanno che i loro figli hanno frequentato la mia casa, durante le feste organizzate da mia figlia. E io mi mettevo ai fornelli, magari dopo una lunga giornata di lavoro. Ora evidentemente è più facile prendere in affitto un campo o una stanza e lasciare i giovani in autogestione: non importa se poi fumano spinelli, bevono vodka e le ragazze vestono in maniera poco conveniente e si fanno sbaciucchiare. In questi anni ho ricevuto minacce, una volta pure un proiettile, perciò ho dovuto assoldare un detective. Forse però queste cose non le sa quell'abbronzatissimo sacerdote che altro non ha da fare che mettersi in posa e rilasciare interviste...».

Festicciuole? Ma non era un campo da calcio con rumori quotidiani, etc...?
Lasciare i giovani in autogestione?
Si fanno sbaciucchiare(addrittura?)
Si vestono in maniera poco conveniente(pofferbacco)?
Ha dovuto assoldare un detective, minacciata dalla terribile gang dell'oratorio, capeggiata dall'"Abbronzatissimo Sacerdote" in persona.

Mi pare che questa abbia una gran voglia di rompere i le palle per motivi tutti suoi. Un discorso allucinato, tra il bigotto e il nostalgico, tra il rimpianto dei bei tempi andati e lo sfacelo della gioventù di oggi...

otto anni di battaglie legali contro i rumori prodotti dal patronato, di cui 35 denunce personali al parroco don Francesco Tondello della chiesa di San Paolo Apostolo, due procedimenti civili, una decina di denunce ai parrocchiani e quattro denunce ad altrettanti minorenni,

Quanto è triste una storia del genere?




Nella convinzione che in appello la sentenza venga ribaltata.

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