Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




.

"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



30 ottobre 2010

DUST


Introduzione all'ambientazione
Nel 1938 una spedizione scientifica nazista nell'Antartico ritrova l'impensabile: un'astronave con tanto di alieno superstite!
In breve le sorti della storia del genere umano prendono una piega impensabile a causa dell'enorme salto tecnologico. Si scopre una nuova fonte energetica (causa della presenza aliena sulla Terra): i giacimenti Vrill Kultur (VK).
Nuovi assetti geopolitici prendono il posto del vecchio ordine mondiale.
La Guerra, alimentata dalle nuove possibilità ingegneristiche, sembra non avere fine... tutta l'umanità è sul punto di ridursi in polvere... Dust!
Il gioco si ispira ad un omonimo fumetto italiano.

Il Gioco
Il tabellone rappresenta la Terra: 48 zone di terra e 28 zone di mare tra di loro interconnesse.
6 zone di terra sono Capitali, 12 zone di terra e 4 zone di mare sono giacimenti VK.
Ogni giocatore rappresenta una fazione militare in lotta per il dominio della Terra.
Ogni giocatore incomincia con 1 Capitale, 2 giacimenti VK terrestri, 5 zone terrestri e 8 carri a presidio e 3 fabbriche. Se si gioca in meno di 6 le zone terrestri libere saranno occupate da forze neutrali (1 carro e 1 robot). E' previsto un turno preliminare di sola produzione per dare modo ad ogni giocatore di prepararsi allo scontro.

Il cuore del gioco sta nell'uso delle carte personaggio.
Ciascuna di esse riporta un valore di:
- combattimento
- movimento
- produzione
La somma dei valori è sempre uguale a 7.
Inoltre a seconda del personaggio raffigurato sono previste azioni speciali.

Tutti i giocatori iniziano con 5 carte personaggio a caso.
Si sceglie una carta personaggio per ogni round di gioco.
Questa scelta definirà l'ordine di gioco, la capacità produttiva extra, il numero di spostamenti non offensivi possibili e il numero di attacchi per tutto il round.

Il turno del giocatore di mano è composto dalle seguenti fasi:
- Produzione
(6 punti per la capitale + 3 per ogni fabbrica associata a un giacimento VK + i punti extra della carta), comunque mai meno di 6 punti. E' possibile scartare le proprie carte personaggio. Con questi punti si acquistano truppe, fabbriche e carte personaggio (non è possibile avere più di 5 carte). Le nuove truppe devono essere posizionate in territori aventi una fabbrica.

- Movimenti non offensivi
Tutte le truppe terrestri si possono muovere liberamente sui propri territori di quanto vogliono, le truppe marittime possono muoversi anche attraverso i mari liberi.
I bombardieri possono convergere in una zona qualunque del tabellone in proprio possesso.

- Combattimenti (terrestri, navali, anfibi o speciali)
Ogni unità ha un valore di iniziativa (eccetto le truppe marittime per la quale gli scontri sono simultanei) e un numero di dadi di attacco. Si determina l'iniziativa e si procede fino a quando qualcuno non si ritira oppure si conquista il territorio o si effettuano 3 lanci consecutivi senza vittime: in tal caso si termina con una tregua.
Attacchi speciali:
I sommergibili consentono attacchi anfibi a patto che tutte le zone di mare tra terreno di partenza e di arrivo siano controllate dall'attaccante.
I sommergibili possono effettuare un bombardamento costiero.
I bombardieri possono effettuare un bombardamento marittimo.

- Quando tutti i giocatori terminano il proprio turno si verificano i punti vittoria:
+2 punti per ogni capitale
+2 punti per la supremazia terrestre
+2 punti per la supremazia marittimo
+2 punti per la supremazia industriale
e
1 punto per ogni 3 giacimenti VK posseduti.

Se un giocatore tocca o supera quota 40 punti vittoria è dichiarato vincitore, altrimenti si effettua un altro round con relativa scelta della propria carta personaggio.

Considerazioni
Un gioco strategico nella quale è impossibile creare roccaforti: in qualunque momento è possibile un'invasione navale o terrestre.
Il concetto di terra natale è superato nel senso che a parte la propria Capitale, che deve essere difesa in virtù dei valori di produzione e dei punti vittoria che genera, sarà impossibile definire delle aree di stretta influenza militare.
Di volta in volta conta solo controllare un numero accettabile di giacimenti e cercare di equilibrare le varie supremazie, oggi in Oceania, domani in Europa e dopodomani chissà.

Se giocato con criterio sarà ovvio un certo equilibrio di base infatti le alleanze occasionali saranno frequenti per evitare il predominio di chi rompe gli equilibri di punteggio.
In altre parole il gioco è sempre teso e farcito da fiammate offensive devastanti: interazione ad alti livelli.

Le carte personaggio sono il cuore del gioco, il bello e al tempo stesso il suo limite. Infatti la carta giusta al momento giusto può voler dire molto.
In 2 giocatori non ha senso, in 3 è gradevole, in 4-5 ideale, in 6 qualcuno avrà vita assai breve.

In breve
Fortissima interazione tra i giocatori. Carte e dadi pesanti. Repentini rovesciamenti di fronte.
Un american game al 110%: idealmente un ibrido tra "Axis & Allies" e "Risk 2210" semplice e gradevole.


http://www.goblins.net/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=3785

29 ottobre 2010

Parole

Perche' non dovremmo litigare per una parola? A cosa servirebbero le parole se non fossero abbastanza importanti da litigare per esse? Perche' si dovrebbe scegliere una parola piuttosto che un'altra se non ci fosse alcuna differenza tra di loro? Se lei chiamasse una donna Scimpanze' invece di Angelo, non pensa che scoppierebbe una litigata sull'uso di questa parola? Mi dica, se lei non vuole discutere sulle parole, su cosa mai vorrebbe discutere? Ha forse intenzione di trasmettermi il significato di quello che mi vuole dire muovendo le orecchie? La Chiesa e le eresie hanno sempre combattuto sulle parole, perche' sono le uniche cose per le quali valga la pena battersi.



GKC, chi altri.



Il vero problema di oggi?
E' l'estinzione delle parole.
Neolingua docet.
Il che mi preoccupa un po'.
Perche' specie sui temi piu' caldi, sui temi etici, tutte le parole hanno un loro peso ben specifico, un loro significato proprio, delle sfumature che possono fare la differenza tra vita e morte. O nei peggiori dei casi tra verita' e menzogna.
(si, questa e' la mia scala)



PS: Io litigo sulle parole. Tanto per riprendere il post scorso.

28 ottobre 2010

LA MIA FEDE

LA MIA FEDE

AUTORE: Chesterton G.K.

La mia fede

COLLANA: I Pellicani

PAGINE: pp. 328

ILLUSTRAZIONI: N° No

FORMATO: cm. 14x21

PREZZO: euro 24,00


ISBN: 978-88-7180-889-5


In questa brillante raccolta di saggi, G. K. Chesterton analizza, con la sua ironia colta e pungente, i mali del suo e del nostro tempo: l’individualismo, il materialismo, il relativismo, l’edonismo, il consumismo, oltre a una rassegnata disperazione che sembra invadere l’animo dell’uomo, ormai privo di valori, fede e religione.
Secondo l’autore esiste un solo antidoto per questo smarrimento etico, per le aberrazioni del comunismo, le intemperanze del capitalismo, le distorsioni dell’agnosticismo, l’esasperato modernismo e giovanilismo, la mania dei culti spiritici e le mode fuggevoli e insignificanti: è la Parola di Gesù, unica fonte di vita vera. E la Chiesa cattolica è l’ultimo baluardo rimasto a difesa dell’uomo comune, normale ma non banale, alla ricerca della propria felicità in questo e nell’altro mondo.
Della Chiesa Chesterton riconosce gli errori, anche gravi, ma sottolinea l’importanza e il valore del suo messaggio, che ha attraversato i secoli e che ancora oggi è vivo e presente in mezzo a noi.
I giudizi dello scrittore, così come gli argomenti che affronta, in particolare quelli riguardanti la famiglia, appaiono davvero di una sconcertante attualità; egli si fa portavoce di una fede convinta, alla quale ha aderito con la ragione e con il cuore e che ha una portata e un valore universali.
L'AUTORE

Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici e Ortodossia, il romanzo Il Napoleone di Notting Hill e l’Autobiografia.



Scopiazzo pari pari dal blog della societa' chestertoniana.
http://uomovivo.blogspot.com/2010/10/et-voila-la-mia-fede-di-gk-chesterton.html

Ovviamente prima dovro' finire La sfera e la croce, che devo proprio dire non mi sta deludendo per nulla, anzi, lo trovo estremamente interessante e brillante, al solito.
E al solito mi rispecchio in parecchi atteggiamenti e meccanismi mentali di uno dei protagonisti. Un po' la cosa mi preoccupa visto che il personaggio in questione e' un po' estremo, ma non nego che una pagina si e nove no mi scappa un sorriso riconoscendomi nelle sue azioni o nei suoi pensieri.

GKC

1) L'uomo che lancia una bomba è un'artista perché preferisce un grande momento a tutto.


2) Non sarà necessario che qualcuno combatta la proposta di una censura della stampa. Non c'è bisogno di una censura della stampa. Abbiamo una censura ad opera della stampa.


3) Pazzo non è chi ha perso la ragione, ma chi ha perso tutto fuorché la ragione.


4) Posso credere l'impossibile, ma non l'improbabile.



Ovvero non ho tempo di scrivere null'altro.
Ovvero il PC e' ancora rotto.
E istallo Ubuntu.

25 ottobre 2010

K.O.

Ancora KO il mio portatile... Terza volta in un mese...
Adesso il dubbio e' uno solo:
Windows o Ubuntu?
Dipende solo da Photoshop, ovvero dalla possibilita' di farlo girare anche su Ubuntu.
Uff... Che palle

23 ottobre 2010

Really, is ONU serious?

«Il Corano permette al musulmano di nascondere la verità al cristiano e di parlare e agire in contrasto con ciò che pensa e crede. Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la jihad (guerra santa). Ordina di imporre la religione con la forza, con la spada. Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, nè per loro nè per gli altri. Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite».
fonte



Questo e' il  cuore  dell'articolo del corriere che piu' mi ha colpito quest'oggi (si, ho un debole per questo tema, si capisce abbastanza, no?).

Nonostante io approvi quasi totalmente il pensiero qui riportato, non posso pero' non sottolineare un errore molto grosso. Un errore che preferirei, e credo preferiremmo tutti, non ci fosse.
O per meglio dire, che la frase sbagliata fosse in realta' accettata per vera.
Si, sto facendo un po' di casino ma e' solo per tenervi un po' sulle spine...

La frase incriminata e' l'ultima: "Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i diritti umani sanciti dalle Nazioni Unite"
Purtroppo non e' cosi'.
Mi tocca dire purtroppo non perche' nel mio animo io speri che l'Islam infranga i diritti universali dell'uomo mentre invece non lo fa. Anzi, reputo ad oggi questa dichiarazione come una tra  le  piu' alte espressioni dell'uomo nel secolo scorso, non potrei gioire o sperare nel vederla violata. Universalmnete condivisibili e propri dell'uomo, mi riconosco in tutti loro ritenendoli quasi "sacri".
Tuttavia l'ONU a quanto pare non li ritiene cosi' Universali, a dispetto del loro nome.
Purtroppo.
Di fronte alla palese incompatibilita' tra la dottrina Islamica e questi diritti universali, l'ONU ha infatti preferito rinnagare questa Universalita' che e' il principio cardine degli stessi diritti.
Un uomo va rispettato in quanto uomo, e nessuno puo' violare questo suo status limitando in parte o totalmente i diritti espressi in questa carta. Ed e' qui la grandezza di questa dichiarazione.
Ed e' qui che l'ONU interviene.
Non certo facendo pressioni affinche' questi diritti vengano applicati ovunque o quantomeno dagli stati che, facendo parte dell'ONU e che quindi hanno sottoscritto questi diritti, sono tenuti a rispettarli, quantomeno, ma creando una seconda dichiarazione dei diritti dell'uomo.
Non piu' Universali, stavolta, ma dell'Islam.
Nessuno puo' quindi violare i diritti universali dell'uomo, tranne un Islamico. E l'Universalita' scusate?

Ma dai Leo, te sei fissato, almeno prevenuto... non e' detto che la dichiarazione islamica dell'uomo dica cose contrarie alla dichiarazione universale dell'uomo, come fai a dirlo? Cosa ne sai?

Beh, oddio, ragioniamo insieme. Se si e' sentita la necessita' di creare una seconda dichiarazione, di certo non si tratta di piccoli dettagli, altrimenti ci si sarebbe passati sopra, ne si puo' trattare della stessa cosa, altrimenti non si sarebbe sentita la necessita' di questa seconda dichiarazione.
Inoltre, andandola a leggere (cosa che io ho fatto e che vi invito a fare), si trovano degli articoli allucinanti che violano palesemente i diritti universali.
Eppure e' l'ONU stessa che riconosce all'Islam questi nuovi "diritti" dei Non diritti. L'uomo e' uomo in quanto islamico e maschio, se non lo e' (e quindi e' un non islamico, o un islamico ma non maschio), e' un (bel) po' meno uomo. Questo viene dichiarato.
Assurdo, totalmente assurdo.
L'ONU in pratica dice una cosa e il suo esatto contrario in contamporanea. Lo dice ogni giorno dal 1981. Ed e' lecito pensare che agisca anche tenendo conto di questo.
Un inquietante caso di bipensiero Orwelliano, che va a braccetto con il politicamente corretto, anch'esso di Orwelliana memoria (pensiero unico).

Volete leggere questi articoli?
Non credete che questa dichiarazione sia poi, in fondo, cosi' diversa ?


http://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_islamica_dei_diritti_dell%27uomo
http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20050107184105


 Fate da voi. Dovreste essere in grado da soli di accorgervi di non essere daccordo. Dovreste essere in grado da soli di riconoscervi contrari a tutti e 25 gli articoli.
Perche' dovreste esserlo?
Perche' se non lo foste, stareste rinnegado la nostra costituzione, i nostri diritti universali, l'europa, tutto quello che vi circonda, la realta' nella quale siete immersi.




PS: sono senza occhiali. Ogni errore sara' corretto non appena saro' in grado di leggere fluidamente.

22 ottobre 2010

21 ottobre 2010

La conclusione di una Cerca

Finalmente due giorni fa e' arrivata la mia copia de "La sfera e la Croce" che dopo due settimane di pellegrinaggio per le vie dell'italia arriva nelle mie mani. Non vedevo l'ora di leggerlo.
Ma la vera notizia principe e' il ritrovamento dell'edizione de "Il signore degli anelli" della Rusconi, la casa editrice che deteneva i diritti dell'opera prima dell'uscita nelle sale dell'omonimo film e prima che la Bompiani li comprasse.
Perche' notizia principe?
Perche' erano anni, e intendo almeno 10, che ne cercavo una copia da qualche parte. Ogni vendita di libri usati era occasione per cercare un libro alto con la copertina gialla. Ogni bancarella di libri, ogni Libraccio. Eppure mai nulla.
Fino ad oggi, quando, insperatamente ne ho trovate ben due copie. Essendo sprovvisto di danaro ho dovuto rassegnarmi ad uscire dal negozio senza comprarlo. Mi sono ripromesso di andare Sabato a comprarlo, ma mi sa che non resisto e ci vado domani.
Vi chiederete come mai mi interessa cosi' tanto l'acquisto di questo libro. Forse non ho il SDA a casa?
No, no, ne ho eccome, eppure sono legato sentimentalmente a questa edizione. E' la prima che ho letto (e voi mi direte, cosa diavolo cambia mai tra varie edizioni?) Eh, miei cari, cambia cambia.
Qualcuno disse che il mondo e' diviso in chi ha gia' letto il SDA e chi si accinge a leggerlo.
Io trovo che ci sia una ulteriore distinzione da fare. Chi ha letto il libro PRIMA di vedere il film, e chi ha letto il libro DOPO aver visto il film. Spartiacque simbolico e', appunto, l'edizione di suddetto libro che si possiede (ovviamente tutto il discorso e' mio personalissimo).
La distinzione non e' cosi' frivola, per chi ama questo libro, per chi ama il suo autore, per chi e' in grado di LEGGERE veramente tra le righe del Signore degli Anelli la cosa e' fondamentale.
Lo si potrebbe leggere come un Fantasy , un D&D tra i tanti, un Shannara tra i molti  ma questo tradirebbe non solo lo spirito  con il quale e' stato scritto il libro ma le intenzioni stesse di Tolkien. Non si tratta di una storia lontana e basta. Non so come spiegarlo. Per me leggere Il Signore degli Anelli ha un respiro piu' ampio, un profumo di ricordi e di nostalgia. L'evocazione di un senso del Bello e del Giusto. Una nitida visione del Bene. Ma non solo. Bisognerebbe conoscere Tolkien, la sua vita, gli altri suoi scritti per accorgersi della portata di questa sua opera. Il boom di interesse per questo libro, a seguito del film, mi sembra molto frutto della sola moda. E' un libro che ha piu' di 50 anni, un capolavoro assoluto, non puo' essere letto solo perche' ci han fatto un film.

Si puo' essere gelosi di un libro? Io un po' lo sono. Quando leggo certe recensioni, oppure sento dire certe frasi da certi individui su questo tema, non posso non pensare con dispiacere a una perla gettata ai porci. Anzi nemmeno, perche' una volta cagata fuori la perla la si puo' pulire e non perde nulla delle sue proprieta' intrinseche. Qui no, mi pare come se qualcuno sporcasse e sprecasse, una volta per sempre, questo libro.

Ebbene, non vi ho ancora spiegato del tutto il perche' della mia ricerca affannosa e finalmente giunta al termine.
In realta' in casa mia esiste gia' una edizione simile, quella che, nel lontano 1999 lessi per la prima volta.
Ricordo ancora dove mi trovavo quando leggevo avido quelle pagine. Ricordo perfettamente che per 6 giorni quasi non posai il libro, che non vedevo l'ora di tornare a casa dalle gite che facevamo (eravamo in montagna) per potermi tuffare sul letto e leggere il prossimo capitolo, e quello dopo ancora.
Pero' e' di mia mamma, che come me e'(anzi, forse meno) e' legata a quel libro. Suo. Non mio.
Me lo dara', nel testamento, certo... Ma fino ad allora?
Ecco il perche' della mia cerca.
Ed il perche' della mia euforia.



Datemi pure dello psicopatico. Se vuol dire questo, lo sono.

19 ottobre 2010

18 ottobre 2010

Trenta passi.

E' guerra!
In casa Mariani e' guerra aperta alla Motta. Pare che gli ingegneri di quest'ultima abbiano approntato un terribile marchingegno bellico, una brioche talmente secca che Bertolaso ne ha inviati container in Pakistan per arginare la recente alluvione.
Il duello e' easy easy.
Riuscite a mangiare un buondi' in 30 passi?
Uniche tre regole:
1) la camminata dev'essere costante, non ci si deve mai fermare. La sua frequenza pero' e' a nostra discrezione
2) non e' possibile bere per la durata dei trenta passi
3) il buondi' dev'essere liscio e va mangiato secco, come esce dalla confezione. Inzupparlo non vale.

Sembra una scemata ma... provateci.






E' sconsigliato fortemente cimentarsi in questa prova da soli. fatelo sotto sorveglianza di almeno una persona munita di bottiglione di acqua e svelta di spirito.





Aggiornamento: Ufficiale, e' impossibile. Sfida aperta al mondo.

17 ottobre 2010

E' semplicemete razzismo

ALLARME CRISTIANOFOBIA

Grido dal Sinodo: l’Onu
tuteli la libertà religiosa

Un forte appello alla libertà religiosa in Medio Oriente e in tutto il mondo. E poi l’invito a promuovere risoluzioni delle Nazioni Unite non solo contro l’islamofobia in Occidente, ma anche contro la cristianofobia nel mondo islamico. Li ha formulati al Sinodo il cardinale Peter Turkson, ghanese, presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace.

Nel suo discorso di giovedì pomeriggio, il porporato africano ha detto che «occorrerebbe, prima di tutto, ribadire il fatto che la libertà religiosa autentica include la libertà di predicare e di convertire». Il che implica la libertà «di un credente di formare, vivere e annunciare la sua esperienza religiosa, senza coercizione dello Stato, ma con la possibilità di contribuire alla costruzione dell’ordine sociale». «Quindi – ha spiegato Turkson – le Chiese e le religioni di minoranza in Medio Oriente non devono subire discriminazione, violenza, propaganda diffamatoria anti-cristiana, la negazione di permessi di costruire edifici di culto e di organizzare funzioni pubbliche».

Il porporato ha poi auspicato che «la promozione delle risoluzioni contro la diffamazione delle religioni nel quadro dell’Onu, non deve limitarsi all’islam (islamofobia) nel mondo occidentale». «Essa – ha aggiunto – deve includere il cristianesimo, la cristianofobia verso la religione e le comunità dei credenti, nel mondo islamico». Quindi l’auspicio: «Si può pure promuovere l’adozione, sempre nel quadro dell’Onu, di una risoluzione sulla libertà religiosa come alternativa alla risoluzione sulla diffamazione delle religioni».

Il presidente del Pontificio Consiglio della giustizia e della pace è intervenuto anche su un altro argomento ripetutamente evocato al Sinodo: quello dell’emigrazione dei cristiani autoctoni dal Medio Oriente e la contemporanea immigrazione in alcune aree della regione di altri cristiani provenienti dall’Asia o dall’Africa. Riguardo a questi ultimi, Turkson ha parlato del «tema del lavoro decente per i lavoratori domestici, che sono prevalentemente donne», ricordando come in questi casi si debbano coniugare «esigenze legate al rispetto della dignità umana, dei diritti umani e diritti dei lavoratori nonché esigenze legate al rispetto del credo religioso».

Sul tema della fuga dei cristiani dal Medio Oriente, è intervenuto ieri il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, il quale ha ribadito che, per quanto riguarda la Terra Santa, questo esodo è dovuto al conflitto arabo-israeliano e più specificatamente all’occupazione dei territori palestinesi. «Da 62 anni viviamo una situazione di conflitto: sono troppi», ha spiegato il patriarca. «Mi pare – ha proseguito – che ci sia una chiara volontà per gestire il conflitto, non per risolverlo». E ha aggiunto: «Quel che chiedo ai responsabili politici, e in modo speciale a quelli israeliani, è aiutarci ad avere una vita normale, a potere andare a lavorare, a potere, come parroci, andare con i nostri parrocchiani a visitare i luoghi santi». I leader impegnati nelle trattative «facciano dunque passi coraggiosi». I «muri di separazione», innalzati a dividere Israele dai Territori dell’autonomia palestinese sono, ha detto Twal, il «segno visibile del muro che è nel cuore dell’uomo, della paura, dell’ignoranza, dell’indifferenza dell’altro».

«Questo è il muro che innanzitutto deve cadere», ha sottolineato il patriarca. Twal ha ribadito i suoi ringraziamenti alla Chiesa italiana per l’aiuto fornito alle comunità cristiane di Terra Santa, anche attraverso i pellegrinaggi che sono un sostegno alla presenza cristiana e consentono anche di aiutare l’economia della zona. Gli ha fatto eco, nel suo intervento in aula, il vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Riccardo Fontana, membro sinodale di nomina pontificia, che ha sottolineato l’«attenzione veramente grande nelle nostre Chiese italiane verso i luoghi santi», evidenziando come «nei soli primi sei mesi del 2010 sono partiti 1.600.000 pellegrini diretti in Terra Santa».

[...]




In linea di massima, nel mondo Arabo, ogni minoranza religiosa viene vessata ed emarginata; basta vedere i flussi degli emigranti di fede Ebraica dal nord-africa durante questo secolo, oppure la fuga dei Cristiani dal Libano, che nacque come stato a maggioranza Cristiana, a differenza della Siria che nacque a maggioranza Islamica. Fenomeni d questa natura non sono isolati stanno diventando purtroppo la norma in queste regioni del mondo.( articolo   Articolo )
Non vi soddisfa? Pensate a cosa e' successo in Pakistan dopo l'ultima alluvione. Le minoranze Indu' e Cristiane sono state escluse dagli aiuti umanitari e dalla maggior parte dei soccorsi. Nel senso che se un Indu' si recava a prendere del riso in un qualunque punto di soccorso statale, questo gli veniva proprio negato, condannandolo di fatto a non mangiare, con la ovvia conseguenza di condannarlo morire di inedia.
Inutile dire che i missionari presenti sul luogo e le varie ONLUS occidentali non hanno mai fatto differenze di questo genere, accogliendo e soccorrendo indistintamente le persone in quanto tali. Concezione che non esiste nell'islam che fa differenze(anche giuridiche) tra chi e' islamico e chi non lo e'.
Questo chiamatelo volete. Io lo chimo razzismo. E una delle sfumature di questo razzismo e' quella che in questo articolo e' chiamata “cristianofobia” (che non vuol dire nulla, semplicemente edulcora la situazione).
Ovviamente in nessun paese del mondo occidentale si fanno differenze di sesso, religione, colore della pelle. E se si verificano fenomeni del genere(perche' di sicuro si verificano, l'uomo e' uomo ovunque), sono perseguibili penalmente e condannati dalla societa'. Giustamente!
Invece fenomeni di questo tenore avvengono quotidianamente in medioriente, tutti a senso unico, tanto da causare questi forti fenomeni migratori che, guardacaso, riguardano maggiormente le minoranze non islamiche di qusti territori.

Il fatto poi di chiedere l'intervento dell'ONU mi pare ridicolo in se stesso.
Se vi dicessi che e' l'ONU stessa a legalizzare queste pratiche?
Se vi dicessi che se un Islamico che maltratta un qualunque altro uomo perche' questo ha un'altr fede, e' autorizzato dall'ONU a farlo?
Vi mettereste a ridere e pensereste che io sia un pirla che sproloquia,che probabilmente il verde del mio blog e' verde Lega, che in fondo ce l'ho con l'Islam.
Beh, ad essere sinceri una cosa tra queste e' vera. Forse due.
Ma il verde e' verde solo perche' appaga il mio senso estetico.
E su questa cosa dell'ONU ritornero' con un post apposta, perche' se lo merita tutto.

16 ottobre 2010

Logica commerciale.


Cronache eterologhe

Il bambino è malato? Allora la madre surrogata deve abortire

Una coppia di Vancouver ha voluto che la donna da cui aveva affittato l’utero non partorisse il figlio Down

Cronache dal Mondo Nuovo. Dopo aver fatto ricorso all’utero in affitto per avere un figlio, una coppia di Vancouver ha scoperto con l’amniocentesi che il bambino atteso era affetto da sindrome di Down. A quel punto, ha preteso che la “madre surrogata” abortisse. La vicenda è finita sui giornali canadesi solo perché la madre surrogata all’inizio si è rifiutata di dar seguito alla richiesta della coppia. Ne è nato un contenzioso – davvero degno della fantasia di Huxley e del suo “Brave New World” – sul valore dell’accordo privato concluso in precedenza, che garantiva ai committenti la possibilità di rifiutare un figlio malato. I due genitori biologici hanno annunciato che se il bambino fosse nato (ma alla fine l’aborto c’è stato), loro non avrebbero assunto nei suoi confronti nessuna responsabilità. E’ la logica commerciale: c’è una coppia di committenti, c’è una prestatrice d’opera (ufficialmente a titolo di solidarietà, perché le regole canadesi lo richiedono, ma un pagamento c’è: lo chiamano “rimborso spese”), c’è un prodotto che deve rispettare certi standard. Se il prodotto è difettoso, il committente recede, e con lo stesso diritto con cui si noleggia una donna per una gestazione, le si intima di interromperla.

Intervistata dal quotidiano National Post, Juliet Guichon, bioeticista dell’Università di Calgary, avanza dubbi sull’applicazione di “regole commerciali al concepimento di figli”. Sally Rhoads, che con il sito Surrogacy in Canada assiste le coppie che ricorrono all’utero in affitto, pensa invece che “le parti dovrebbero accordarsi fin dall’inizio sul da farsi, e garantirsi di pensarla nello stesso modo sull’aborto”. La contrattualistica procreativa va solo perfezionata. Alcuni stati americani consentono alla coppia committente di portare in tribunale la fornitrice di utero, allo scopo di recuperare il compenso già corrisposto, se questa si ostina a voler partorire un bambino nel frattempo diventato indesiderato. In Canada, in altri tre casi di rottura imprevista del contratto di maternità surrogata (le coppie committenti avevano divorziato mentre le gestazioni erano in corso), le fornitrici di utero hanno deciso di partorire e di tenere con sé i bambini, dei quali sono diventate madri a tutti gli effetti.

Questo accade nel mondo ricco. “E’ etico pagare i poveri del mondo per far loro partorire i nostri bimbi?”, si chiedeva un anno fa Vanity Fair, con un impressionante reportage sulle moderne schiave indiane dell’utero in affitto. I signori Pankert di Tubinga – uno storico dell’arte lui e una direttrice di banca lei – si sono risposti di sì. E visto che la Germania proibisce severamente sia l’eterologa femminile sia l’utero in affitto, si sono rivolti a una delle tante cliniche indiane della fertilità. Sono nati i gemelli Jonas e Philip, frutto di una fornitura di ovociti e di utero in affitto da parte di due diverse donne indiane, al modico prezzo di seimila euro. Ma i bambini, scrive lo Zeit, vivono ancora a Jaipur con il padre, perché non hanno passaporto. Sono tedeschi, dicono le autorità indiane, che consentono ormai tutte le pratiche eterologhe, per coppie e per single, ma non intendono dare la cittadinanza alle centinaia di bambini che ogni anno nascono nel paese grazie a quelle pratiche. Sono indiani, replicano i tedeschi, per i quali vale la nazionalità della donna che ha partorito i gemelli.
 http://www.ilfoglio.it/soloqui/6494



Logica ineccepibile, daltronde, se fosse una normale operazione commerciale.
Ma il punto della questione e' un passo prima.
Siamo sicuri che tutta la vicenda si riduca a questo?

E' un bambino quello che viene abortito? Oppure, domanda piu' soft, siamo sicuri che non lo sia?
No, perche' se per caso lo fosse(ro)...

In ogni caso, pero', non reputo queste persone in grado di amare il proprio figlio. Perche' bisogna amarlo incondizionatamente un figlio. Appunto.

15 ottobre 2010

Un simpaticone di uomo

LIBANO
Conclusa la visita di Ahmadinejad in Libano
Il Presidente iraniano ha visto prima di partire il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e ha attaccato duramente Israele. Una lettera aperta dei giornalisti iraniani contro la visita.

Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, è partito dal Libano dopo una visita di due giorni che lasciato una scia di disagio e di perplessità nel paese. Nella notte, prima di concludere quella che ha definito una “storica visita”, Ahmadinejad si è incontrato con il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah. La notizia è stata data dall’organizzazione sciita libanese, dichiarando inoltre che Nasrallah ha fatto un regalo particolare al presidente iraniano: “un fucile che la resistenza catturò ai sionisti (gli israeliani) durante la guerra del luglio del 2006, in segno di lealtà e di gratitudine”.
In effetti, la parte finale del viaggio ha avuto come centro e bersaglio Israele. Ahmadenejad è stato accolto da una folla adorante a Bint Jbeil la cittadina, quasi completamente distrutta durante la guerra dell’estate del 2006 tra i miliziani sciiti di Hezbollah e Israelem considerata la “capitale della resistenza”  da Hassan Nasrallah.  Mahmoud Ahmadinejad ha duramente attaccato Israele:  “Il mondo deve sapere che i sionisti sono destinati a scomparire - ha detto Ahmadinejad - non hanno altra scelta che arrendersi e tornare nei loro Paesi di origine”.
Molte polemiche ha suscitato la decisione dei responsabili del Festival del cinema in corso a Beirut di ritardare la proiezione del film Green Days, di Mohsen Makhmalbaf, che narra la storia dell’Onda verde a Teheran. Gli organizzatori del festival hanno avuto paura di urtare la suscettibilità di Ahmadinejad. Intanto oggi è apparsa sulla stampa libanese pubblica una lettera aperta, firmata da 27 giornalisti iraniani, che accusano il presidente, di "voler innalzare la tensione nel Libano per sviare l'attenzione dai problemi interni" in Iran. I giornalisti, vicini all'opposizione, sostengono che Ahmadinejad "non ha saputo garantire la tranquillità, la pace e la prosperità' in Iran e non vuole che la pace regni neppure in Libano”.


http://www.asianews.it/notizie-it/Conclusa-la-visita-di-Ahmadinejad-in-Libano-19735.html




“Il mondo deve sapere che i sionisti sono destinati a scomparire - ha detto Ahmadinejad - non hanno altra scelta che arrendersi e tornare nei loro Paesi di origine”
In pratica ha gia' deciso che deve scomparire, si tratta solo di aspettare quando finalmente ci liberera' dalla presenza ingombrate d questi sionisti (non persone, neh, occhio). 
Non sono filo israeliano, sia chiaro, pero' ditemi voi se esiste un solo altro stato o un solo altro popolo che e' costretto a vivere quotidianamente guardandosi alle spalle. 
Se minacciassero un altro stato prenderei le sue difese indistintamente lo stesso.
Ahmadinejad ha gia' ampiamente superato la misura. Onestamente pero' non vedo soluzioni.
Un qualunque intervento dell'ONU non verrebbe(viene) ascoltato. Un intervento armato, non se ne parla. Far ragionare il boss la vedo dura. Aspettare che non venga piu' eletto presuppone che l'Iran sia uno stato democratico, cosa che palesemente non e', con buona pace delle intellighenzie. Ok, fa comodo avere qualcuno che tenga testa agli USA, vero. Ma a questo prezzo?

14 ottobre 2010

Uomo Vivo

Dopo quasi due anni di latitanza...
Lo avevo detto che sarei stato incostante.
In realta' ha contribuito molto l'aver perso i dati di accesso, o meglio, l'aver dimenticato con che indirizzo e-mail mi ero registrato. Tempo fa feci una mail yahoo prima di fare quella con gmail. Indirizzo che adesso, sinceramente, non ricordo nemmeno. E credevo che mi fossi registrato con quell'indirizzo. Sono 2 settimane che ci lavoro, e alla fine, rieccomi in possesso del mio Blog.
Piu' che altro mi scocciava che fosse visibile e accessibile al mondo senza che io potessi farci nulla.
Faro' qui quello che gia' faccio su facebook, anzi, al posto che pubblicare su faccialibro i link ai vari articoli che scovo in giro, faccio un bel commento qui, metto il link all'articolo, e poi linko il blog su facebook... o qualcosa di simile.

Rileggendo i miei stessi post mi accorgo di come, in due anni, siano cambiate le mie opinioni in merito a vari argomenti. Sfumature, neh, ma e' sempre qualcosa.
Mi riconosco pero' in tutto quello che ho scritto.
Non cancellero' nulla. A mio pro.











Un grazie alla Vero che mi hai rimesso nell'orecchio la pulce per il blog.
Really!