Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




.

"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



24 novembre 2012

Filantropismo ad effetto


Prima di qualunque commento leggetevi sul loro sito il motivo.


Imagine if every person in Africa saw the “Africa for Norway” video and this was the only information they ever got about Norway. What would they think about Norway?
If we say Africa, what do you think about? Hunger, poverty, crime or AIDS? No wonder, because in fundraising campaigns and media that’s mainly what you hear about.
The pictures we usually see in fundraisers are of poor African children. Hunger and poverty is ugly, and it calls for action. But while these images can engage people in the short term, we are concerned that many people simply give up because it seems like nothing is getting better. Africa should not just be something that people either give to, or give up on.
The truth is that there are many positive developments in African countries, and we want these to become known. We need to change the simplistic explanations of problems in Africa. We need to educate ourselves on the complex issues and get more focus on how western countries have a negative impact on Africa’s development. If we want to address the problems the world is facing we need to do it based on knowledge and respect.

http://www.africafornorway.no/


Io la trovo una genialata, l'unica risposta possibile ad un certo filantropismo ad effetto buono da rispolverare sotto le feste, quando tutti si è più buoni, o da condividere su facebook perchè fa tendenza e perchè un po', ammettiamolo, ci si sistema la coscienza fino al prossimo Natale.

Questo video non nega che in Africa ci siano dei problemi, ce ne sono e grossi, neh.
Però la soluzione di questi problemi passa anche da una corretta informazione e da un impegno costante, anche se magari non così ad effetto come appoggiare la campagna di Bono(sparo a caso un nome).

Conoscete quali sono i vostri compaesani, gente che abitava a meno di 2km da casa vostra, che sono oggi impegnati in Africa come missionari, anche laici?
Sapete che progetti stanno portando avanti, se hanno bisogno di qualcosa, se ci sono gruppi nel vostro paese che organizzano raccolte, serate di informazione, eventi... ?


Al prossimo Band-Aid 2013 magari cercate loro. O fatelo pure prima, anche adesso.
E se vi sembra una cosa troppo complicata da fare, troppo "sbatta", magari è il caso di domandarsi se io non stia facendo questa cosa per me stesso, per apparire davanti agli altri come il figaccione di turno che però ha il cuore tenero, come quello impegnato a salvare il mondo ed informato sui fatti, cose così, tristi.

Ma se la risposta è in quel bambino che abbiamo visto in foto, con gli occhi lucidi e la mosca sulla guancia (sono quelle le foto che si usano), quanto mi costa informarmi su quello che posso fare io per aiutare il mio vicino missionario, quel progetto che si sta muovendo oggi fuori dalla porta di casa mia?


Perchè se non sento questo come chiamata, meglio allora non condividere nemmeno un link. Faccio una figura migliore con me stesso.


Altrimenti è come se mandaste un termoconvettore in Norvegia.
Ridicolo!

23 novembre 2012

Cirillo e Metodio no.

Nel 2013 la Slovacchia celebrerà il giubileo per 1.150 anni dalla predicazione di Cirillo e Metodio. Una moneta celebrativa voleva i due santi con croce e aureola. Ma l’Europa ha bloccato tutto: non viene rispettata la “neutralità religiosa”. La croce e l’aureola dei santi sono simboli troppo cristiani per essere ammessi nel consesso europeo. La Commissione europea ha bocciato la proposta della Slovacchia, che per i 1.150 anni dalla predicazione di Cirillo e Metodio ha proposto una moneta da due euro celebrativa. Scrive il Foglio: «I particolari del bozzetto giudicati intollerabili agli occhi degli euroburocrati sono la croce [raffigurata sui paramenti dei santi] e l’aureola attorno al capo dei due predicatori. La Banca nazionale slovacca lo ha quindi dovuto far modificare, e ora i due santi senza aureola tengono, con aria giustamente affranta, una croce a doppio braccio, che è poi l’emblema nazionale che campeggia anche nella bandiera».
NEUTRALITÀ RELIGIOSA. La notizia è stata data dalla televisione della Repubblica slovacca quando l’immagine era già stata modificata. Le motivazioni europee sono queste: una moneta che potrebbe circolare in tutta l’Unione Europea deve essere “neutrale” dal punto di vista religioso. Il problema è che Cirillo e Metodio non sono affatto neutrali, essendo santi cristiani. Del resto, «se la Slovacchia è Europa il merito è anche dei poveri Cirillo e Metodio – proclamati patroni d’Europa da Giovanni Paolo II: è forse questo che non garba a Bruxelles? – i quali certo non andarono da quelle parti per fare trekking o a passare le acque».
 CIRILLO E METODIO DECLASSATI. L’imposizione della modifica della moneta che doveva essere lanciata per il giubileo del 2013 ha preoccupato molto l’episcopato slovacco, che ha dichiarato tramite il suo portavoce: «La rinuncia ai simboli essenziali delle immagini dei santi Constantino-Cirillo e Metodio sulle monete commemorative sta divenendo una svolta culturale e una mancanza di rispetto per la propria storia». Qualcuno in patria ha anche declassato Cirillo e Metodio, affermando che al tempo della predicazione non erano ancora santi, dunque togliere l’aureola è storiograficamente corretto. Altri in Slovacchia hanno fatto notare che il paese è laico e non c’è una religione di Stato. Bisogna aspettarsi dunque che il principio europeo della “neutralità religiosa” porti alla modifica anche dell’emblema nazionale slovacco, una pericolosa croce a due bracci.





Davvero, forse sarà impossibile per me avere un punto di vista obiettivo sulla faccenda, ma non vedo come la nostra storia possa in qualche modo entrare in conflitto con la laicità dello stato.
Sinceramente che sulle monete Cirillo e Metodio non abbiano l'aureola o la croce sul vestito non è una faccenda rilevante di per se. Non saranno quei due segnetti in più su una moneta a cambiare qualcosa nel mondo o a farmi essere meno cristiano.
Trovo però fastidioso e in qualche modo subdolamente pericoloso il motivo per cui Cirillo e Metodio non hanno l'aureola e le croci sulle vesti sulla moneta.

Non credo che uno si possa sentire offeso da un simbolo, foss'anche un simbolo senza senso, che appartiene alla storia del proprio paese.
Sarebbe una cosa stupida, come se il simbolo della famiglia Sforza mi  turbasse a tal punto da chiederne la cancellazione. E la ottenessi.
Dimostrerei solo la mia ignoranza della storia; non sarei certo un paladino della libertà dai poteri aristocratici e dalle famiglie borghesi di Milano etc...


Ma da davvero così fastidio quella Croce li? È così scandaloso quello che rappresenta?

20 agosto 2012

Finalmente qualcuno con le palle

Pakistan, arrestata per blasfemia una bimba
cristiana di 11 anni con la sindrome di Down 

Immediata la mobilitazione di artisti e cantanti negli USA. Manifestazioni di protesta attorno alle ambasciate Pakistane a Londra, Parigi e Berlino. 

 L'hanno accusata di aver bruciato alcune pagine del Noorani Qaida, manuale per imparare a leggere il Corano. E così, con l'accusa di blasfemia, una bambina cristiana pakistana di undici anni con la sindrome di Down è stata arrestata venerdì vicino nel villaggio di a Mehrabadi, alle porte della capitale Islamabad. La polizia ha confermato la vicenda precisando che la piccola è stata trasferita in un riformatorio in attesa delle decisioni del giudice. Se dovesse essere ritenuta colpevole rischierebbe anche l'ergastolo o la pena di morte come prevede la discussa legge sulla blasfemia vigente in Pakistan.

PROTESTE PER FARLA ARRESTARE - Secondo la ricostruzione offerta da un quotidiano, alla vigilia del 27/0 giorno del Ramadan, il mese di digiuno dei musulmani, la piccola sarebbe stata vista bruciare una decina di pagine del libro, gettate poi in un secchio della spazzatura. In un primo momento la polizia si era rifiutata di accogliere la denuncia di blasfemia contro la bambina, dato il suo visibile handicap. ma dopo che molte persone hanno bloccato per ore la statale del Kashmir e circondato il commissariato, lo ha fatto giovedì scorso.
ARRESTATA - Formalmente la bambina è stata arrestata in seguito alla denuncia presentata da un uomo, Syed Muhammad Ummad. È stata prelevata dalla sua casa venerdì da alcune poliziotte che l'hanno portata nel riformatorio in attesa di essere presentata ad un giudice che dovrà decidere la sua sorte
CRISTIANI MINACCIATI- L'accusa di blasfemia è stata seccamente smentita dalla ong «Christians in Pakistan» che sul suo sito internet ha chiaramente scritto che si tratta di accuse false su una bambina che ha la sindrome di Down. Secondo l'associazione, in quella zona del Pakistan i cristiani sono «minacciati dagli estremisti» islamici.
VOLEVANO BRUCIARE IL VILLAGGIO - Gli estremisti, dopo essere riusciti a fare arrestare la che, dopo l'arresto della piccola, volevano anche bruciare il suo villaggio. Trecento persone, sempre secondo l'ong, sono state costrette a scappare per le minacce ricevute. L'Alleanza per tutte le minoranze in Pakistan (Apma) sta dando assistenza a queste persone che hanno dovuto lasciare le loro case.
MOBILITAZIONE - Immediatamente si sono mosse in occidente organizzazioni e artisti. Musicisti del calibro di Bono, Lady GaGa e Madonna hanno diramato da Twitter l'indignazione per il fatto chiedendo a tutti i loro fan di condividere la storia e di mandare una mail all'Ambasciata pakistana. Subito il Tam Tam sul web, Facebook e Twitter invasi da messaggi di sostegno e di protesta a salvaguardia della libertà di parola e di pensiero, esattamente come pochi giorni fa per le Pussy Riot.
A Oslo, un gruppo di creativi ha girato un video di protesta in una Moschea mentre a Kabul, un nutrito drappello di attiviste  di Femen, regolarmente a petto nudo, ha sfilato per la città per sensibilizzare l'opinione pubblica.
ANCHE IN ITALIA - Dopo le frasi di accusa di Bertone, arrivano anche quelle di Vendola «Un feroce attacco oscurantista e becero alla dignità umana, spero che i nostri fratelli musulmani si aprano alla tolleranza vera e senza limitazioni» incalza il leader di SEL. «mi auguro che questa storia possa finire nel modo migliore per la ragazzina, fa male sentire queste storie» incalza Caparezza «con un gruppo di amici pensiamo già di organizzare un concerto per sensibilizzare l'opinione pubblica»
Anche Emergency fa sentire la sua voce  «purtroppo storie di questo tipo non sono nuove in Pakistan, sappiamo già come, purtroppo, la storia andrà a finire, da sempre ci battiamo contro questo genere di soprusi nell'Islam» chiosa il portavoce del gruppo.
Tacciono le associazioni animaliste, come sempre si dimenticano che l'uomo è pur sempre un animale, ma non siamo nuovi alle loro manifestazioni di specismo.
VEDREMO - Ora non ci resta che sperare e vedere se tutto questo movimento sul web e tra gli artisti possa in qualche modo convincere le autorità Pakistane a rilasciare la bambina.







Ovviamente gli ultimi tre paragrafi sono una palla.

Figurarsi se i sopracitati paladini hanno le palle di protestare contro l'Islam.
Piuttosto difendono un gruppo punk di fenniniste infoiate(gente che organizzava orge nei musei, bunga bunga, si, la stesa azione che in italia svilisce e offende le donne, tanto da dare il la ad un movimento, "se non ora quando" femminista, la nella strana Russia è invece rito delle femministe stesse... ma facciam finta che) che è entrato in una Cattedrale, la più importante di Russia (chessò, il Duomo di Milano per fare un paragone) a cantare
una canzone non proprio edificante e abbastanza fastidiosa.
Ma sono artisti...

A proposito di Pussy Riot, abbiamo tutti letto il testo della canzone, ne ripostano stralci il Corriere, il Sole24ore, Repubblica.


«Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin! caccia Putin, caccia Putin! /
Sottana nera, spalline dorate. Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi. /
Il fantasma della liberta' e' nel cielo. /
Gli omosessuali vengono mandati in Siberia in catene. Il capo del Kgb e' il piu' santo dei santi. /
Manda chi protesta in prigione. /
Per non addolorare il santo dei santi le donne devono partorire e amare. /
Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore./
Madre di Dio, Vergine, diventa femminista. Diventa femminista, diventa femminista. /
Inni in chiesa per leader marci, una crociata di nere limousine. /
Il prete viene oggi nella tua scuola. Vai in classe, portagli il denaro. /
Il Patriarca crede in Putin. Quel cane dovrebbe piuttosto credere in Dio./ La cintura della Vergine Maria non impedisce le manifestazioni. /
La Vergine Maria e' con noi manifestanti./
Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin. Caccia via Putin! caccia via Putin!'/».

Niente di eccessivamente cattivo, in effetti.
 Solo che si tratta di una versione censurata...


“Virgin Mary, Put Putin Away” Lyrics (translated from Russian)
Virgin Mary, Mother of God, put Putin away
Рut Putin away, put Putin away
Black robe, golden epaulettes
All parishioners crawl to bow
The phantom of liberty is in heaven
Gay-pride sent to Siberia in chains
The head of the KGB, their chief saint,
Leads protesters to prison under escort
In order not to offend His Holiness
Women must give birth and love
Shit, shit, the Lord’s shit!
Shit, shit, the Lord’s shit!
Virgin Mary, Mother of God, become a feminist
Become a feminist, become a feminist
The Church’s praise of rotten dictators
The cross-bearer procession of black limousines
A teacher-preacher will meet you at school
Go to class – bring him money!
Patriarch Gundyaev believes in Putin
Bitch, better believe in God instead
The belt of the Virgin can’t replace mass-meetings
Mary, Mother of God, is with us in protest!
Virgin Mary, Mother of God, put Putin away
Рut Putin away, put Putin away


Un attimino diversa.
No?

PS: Ah, in Ucraina Femen, per sensibilizzare l'opinione pubblica, ha abbattuto la croce del monumento in ricordo ai milioni di cristiani massacrati da Stalin. Hanno preso una motosega e, tette al vento, zac, Croce abbattuta. Ma va bene, è libertà di espressione...

16 agosto 2012

Perdere la bussola.


Siria, il gatto ferito alla schiena da una bomba diventa un simbolo e fa il giro del mondo

La foto del micio è stata postata su Facebook. Migliaia di associazioni si sono offerte di salvarlo suscitando polemiche

La sua foto, ferito, con una scheggia nella spina dorsale mentre si trascina per le strade polverose di Homs ha fatto il giro del mondo. Un gatto, rosso, nei giorni scorsi è rimasto ferito nella città siriana, durante i bombardamenti dell'esercito di Assad. Il micio è incredibilmente sopravvissuto diventando un simbolo della crudeltà della guerra. Centinaia di associazioni animaliste si sono offerte di curare l'animale portandolo fuori dal paese.
ANIMALI VITTIME DELLA GUERRA - L'immagine è stata postata su Facebook da un fotografo e ha fatto discutere. «Possibile che la vita di un gatto valga di più di quella di centinaia di persone che muoiono tutti i giorni?», si sono chiesti in molti. «Ma è giusto che anche gli animali rimangano vittime delle guerre degli uomini?», hanno risposto altri. Su YouTube sono stati postati anche altri video di gatti terrorizzati e feriti in Siria. E anche agli asini non è andata meglio: alcuni sono stati massacrati dai soldati per privare i ribelli di un mezzo di trasporto. Nei giorni scorsi il gatto di Homs è stato curato con un'operazione sotto anestesia, come racconta Liberation. E ora è in convalescenza in una fattoria proprio fuori Homs. Del tutto inconsapevole di essere diventato il simbolo di una guerra senza senso.

Fonte



Si perchè i civili masacrati da Assad invece se la sono meritata.
A, già, sono umani, il cancro del pianeta.

01 agosto 2012

Aria di Londra.

A inizio mese il comitato olimpico saudita aveva messo in chiaro che le proprie atlete avrebbero dovuto conformarsi al codice dell'abbigliamento islamico ma Marius Vizer, presidente della Federazione internazionale di judo, aveva replicato che avrebbero dovuto combattere senza l'hijab, vietato da regolamento per ragioni di sicurezza. «Mia figlia non combatterà il 3 agosto se sarà obbligata a togliersi il velo islamico», aveva minacciato Ali Shaherkani, padre della judoka che adesso, ottenuto il via libera, potrà scendere in pedana venerdì per la categoria +78 kg. 

Fonte


Ma stanno difendendo, lasciandola gareggiare con il velo, la libertà di chi?
Mi pare che qui ci siano altri che stiano decidendo per lei.
Poi oh...

Ma che sia chiaro, la decisione non è certo stata presa per venire incontro all'atleta.




24 luglio 2012

03 luglio 2012

A morte. Però non offendiamoli.

 Ascoltiamo cosa dice.



Poi avviene la magia...

ROMA - "Il posseduto dal diavolo ha le movenze, il portamento simile a un down". Parole pronunciate da monsignor Andrea Gemma, esperto di esorcismi, durante la trasmissione Vade retro, andata in onda il 9 giugno scorso su TV 2000, il canale di proprietà della Conferenza episcopale italiana. Un paragone che ha irritato un gruppo di 52 genitori di ragazzi affetti dalla sindrome, che hanno deciso di scrivere una lettera di protesta a Repubblica: "E' un pregiudizio sbagliato, il parlare senza sapere, il voler a ogni costo giudicare (giudicare? no, sul serio, giudicare chi e quando?) senza conoscere. Esigiamo le scuse del vescovo".

Repubblica
è stata contattata telefonicamente da David Murgia, il conduttore della trasmissione: "Non sono il portavoce di Monsignor Gemma, ma sicuramente posso dire che non c’è stato alcun accostamento e paragone tra indemoniati e persone down". "È chiaro che, da questo programma e da questa emittente non c'è mai stato nessun pregiudizio. Abbiamo sempre dedicato ampio spazio al mondo della disabilità".

La lettera. "Dopo aver ascoltato le parole di monsignor Andrea Gemma, siamo molto amareggiati - hanno scritto i genitori - I nostri figli, pur avendo questa condizione genetica che comporta dei ritardi cognitivi, non sono simili a degli indemoniati. (non mi pare che nessuno abbia mai fatto questo paragone, infatti) Sono ragazzi che riescono a raggiungere dei grandi risultati se sostenuti al meglio. Non è possibile definirli come persone che non capiscono". Poi arriva l'accusa, pesantissima, nei confronti degli ecclesiastici: "Sono troppe le discriminazioni che arrivano dal clero verso le disabilità. Un rappresentante della Chiesa non può e non dovrebbe permettersi di apparire in tv e rilasciare certe dichiarazioni" (e infatti NON le ha fatte).

La richiesta di scuse. "Non possiamo accettare che queste affermazioni vengano espresse dal paladino dei più deboli: come genitori chiediamo le scuse dal vescovo", continuano. "E non provate a smentirci con 'non ci siamo capiti, avete frainteso'. Sapete che non è così, cercate di non offendere la nostra intelligenza e la nostra sensibilità di genitori. (intelligenza qui se ne vede poca, la comprensione del testo è un obiettio da raggiungersi alle scuole medie) Consigliamo a Monsignor Gemma di passare un po' del suo prezioso tempo con ragazzi disabili per conoscerli e confrontarsi con loro".

L'infelice similitudine pronunciata dall'alto prelato era stata notata anche da Sergio Silvestre, coordinatore nazionale dell'associazione CoorDown. L'uomo aveva denunciato il fatto, contattando via mail il programma Vade retro : "Monsignor Andrea Gemma ha illustrato la condizione fisica di una persona posseduta dal diavolo, paragonandola a un ''down'', come se tutte le persone con la SdD si comportassero con gesti inconsulti". Secca la risposta del conduttore: è solo un frainteindimento. "Il prelato, in buona fede, ha voluto solo sottolineare il cambiamento dell'individuo prima e dopo il rito esorcistico. Ha semplicemente evidenziato che la persona da esorcizzare non aveva la stessa forza fisica che ha invece dimostrato di avere durante l'esorcismo".

La spiegazione del conduttore. Murgia, conduttore del programma, telefonando in redazione, ha fornito la sua versione di fatti: "È noto che quando si parla del diavolo, questo ci mette lo zampino. E lo zampino questa volta è aver voluto estrapolare poco più di un minuto da un programma che ne dura 42. Come conduttore di Vade Retro per Tv2000, ogni settimana diamo voce agli invisibili ovvero a quelli che parte della scienza giudica matti e non hanno voce e volto".

"Nella puntata del 9 giugno, Monsignor Gemma ha parlato del cambiamento feroce di una persona nel momento in cui viene sottoposta al rito esorcistico. Il prelato ha voluto raccontare il caso di un ragazzo con evidenti disabilità che nel corso dell'esorcizzazione è diventato un vero e proprio boxeur", ha detto Murgia. "Una trasformazione tipica di tutte le possessioni diaboliche che comporta un'anomala forza brutale negli atteggiamenti e nelle movenze non tipiche, in genere, dei normodotati". "Ma questo non vuol dire paragonare gli indemoniati ai down", ha precisato il conduttore. "Per noi di Tv2000 le persone affette da sindrome di Down sono prima di tutto nostri fratelli e non certo indemoniati".

La patologia. La sindrome di Down è causata da un'anomalia dei cromosomi non sessuali. Il nome deriva da John Langdon Down che ha scoperto e descritto la malattia nel 1866. Per le persone che ne soffrono comporta situazioni diverse di rallentamento dello sviluppo, specie linguistico e psicomotorio. Tuttavia, questo non pregiudica la possibilità del soggetto di integrarsi e vivere insieme agli altri.


E tutti a scandalizzarsi per una cosa che non è mai stata detta.

Quando poi...
Le parole sono arrivate quasi inaspettate, alla conclusione di un servizio tv alla scorsa Domenica In sulla sua storia: “Meno male che sono nata nel ’72, altrimenti chissà che fine avrei fatto per l’amniocentesi…”. Cristina è una suora laica dell’Ordo Virginium, passa periodi in missione in Africa. E’ nata con sindrome di Down.
Si può ignorare questa frase. Si può banalizzarla. Ma anche si può, e si dovrebbe, riflettere. Cercando di non farsi influenzare da ideologie, politica e religioni. O anche da meri dati statistici.
Le parole di Cristina Acquistapace mi hanno colpito, in particolare perché giunte da chi vive una condizione di oggettiva debolezza in ambito sociale. E fatto pensare. Riflessioni e domande che vorrei condividere.
Arrivano poche settimane dopo la prima Giornata Mondiale sulla Sindrome di Down voluta dall’Onu e la diffusione anche in Italia di una notizia data mesi fa dal quotidiano danese Berlingske, secondo la quale in Danimarca, seguendo l’attuale andamento di riduzione percentuale di nati con sindrome di Down, nel 2030 questa sindrome sarà scomparsa. Chiaramente non perché si sia arrivati a correggere l’anomalia cromosomica, ma solo perché, conosciuta la presenza di Trisomia 21 attraverso la diagnosi prenatale, le gravidanze vengono interrotte. Cosa che avviene anche riguardo a patologie o disabilità più o meno gravi.
L’aspettativa e la speranza quando si aspetta un figlio è quella che sia sano e che possa avere una vita il più felice possibile. Non si tratta, e non è questo l’ambito, di mettere in discussione leggi e diritti acquisiti, la possibilità di aborto e ancora meno quella della diagnosi prenatale. Viene da chiedersi quale debba essere l’uso e il fine. La diagnosi prima della nascita può aiutare a correggere eventuali anomalie, a preparare la famiglia ad accogliere un figlio con problemi fisici o intellettivi, a mettere la donna nella condizione di poter scegliere se continuare la gravidanza di fronte a un grave pericolo per la sua salute fisica o psichica. La diminuzione costante di nascite di persone con sindrome di Down e di altre alterazioni cromosomiche o patologie di diversi tipi può far pensare a una deriva eugenetica? Una selezione delle persone certamente non imposta in maniera autoritaria, ma che alla fine ci si accorge avvenga? Ritorna una domanda che nasce da lontano: quale vita è indegna di essere vissuta?
Una riflessione sulla disabilità e su una società che prepari ad accogliere non smette di essere attuale, partendo in questo caso dalle parole di una donna con sindrome di Down che si pone domande sulla sua condizione: che fine avrei fatto?


Oppure...


Abstract

Objectives To describe trends in the numbers of Down’s syndrome live births and antenatal diagnoses in England and Wales from 1989 to 2008.
Design and setting The National Down Syndrome Cytogenetic Register holds details of 26488 antenatal and postnatal diagnoses of Down’s syndrome made by all cytogenetic laboratories in England and Wales since 1989.
Interventions Antenatal screening, diagnosis, and subsequent termination of Down’s syndrome pregnancies.
Main outcome measures The number of live births with Down’s syndrome.
Results Despite the number of births in 1989/90 being similar to that in 2007/8, antenatal and postnatal diagnoses of Down’s syndrome increased by 71% (from 1075 in 1989/90 to 1843 in 2007/8). However, numbers of live births with Down’s syndrome fell by 1% (752 to 743; 1.10 to 1.08 per 1000 births) because of antenatal screening and subsequent terminations. In the absence of such screening, numbers of live births with Down’s syndrome would have increased by 48% (from 959 to 1422), since couples are starting families at an older age. Among mothers aged 37 years and older, a consistent 70% of affected pregnancies were diagnosed antenatally. In younger mothers, the proportions of pregnancies diagnosed antenatally increased from 3% to 43% owing to improvements in the availability and sensitivity of screening tests.
Conclusions Since 1989, expansion of and improvements in antenatal screening have offset an increase in Down’s syndrome resulting from rising maternal age. The proportion of antenatal diagnoses has increased most strikingly in younger women, whereas that in older women has stayed relatively constant. This trend suggests that, even with future improvements in screening, a large number of births with Down’s syndrome are still likely, and that monitoring of the numbers of babies born with Down’s syndrome is essential to ensure adequate provision for their needs.

Oppure..


La Danimarca ha annunciato che entro il 2030 raggiungerà l’obiettivo di diventare uno Stato «Down Syndrome free». È stato infatti premiato Niels Uldbjerg, professore danese di ginecologia, che ha progettato l’eliminazione di feti difettosi. Il quotidiano Avvenire il 5 gennaio scorso aveva dato la notizia della spinta in avanti del governo danese, che già nel 2004 aveva stabilito come un diritto l’eliminazione dei “difettosi” rendendo per questo gratuito il ricorso alla diagnosi prenatale.
Secondo il quotidiano danese Berlingske, infatti, proprio grazie al perfezionamento della diagnosi prenatale entro il 2030 la sindrome sarà scomparsa. Uno studio pubblicato nel 2011 dimostra che nel 2004 è nato il 61 per cento di bambini in meno con la Sindrome di Down rispetto agli anni precedenti e dal 2005 i casi di neonati colpiti dalla malattia genetica sono scesi del 13 per cento ogni anno. Si stima quindi che entro il 2030 non ci sarà più nessun bambino Down.



Ma in fondo lo sapevamo, dei down interessa poco a nessuno.
Lo scopo vero dell'articolo è far vedere quanto è cattiva e brutta la Chiesa.
Mentendo.

I down vanno bene se sono figli di altri, se non sono io a curarli.
Se li incroci una volta ogni tanto che sono tanto carini e teneri e un po' buffi.

Se però capita a me abortisco, ovvio, ti sembro scemo/a?



02 luglio 2012

Ha senso?



Italia-Spagna, sventolava bandiera con la svastica e inneggiava al Duce: arrestato 


Fonte

Quando poi si vedono cose del genere, uno si chiede se forse non sia ora di considerare vittime di regime anche tutti i morti russi, ucraini, polacchi, bioelorussi, ungheresi, cechi sterminati sotto il simbolo presente sulle bandiere qui sotto.

Solo perchè non sono italiani o ebrei non vuol dire che non siano stati perseguitati.
O solo perchè il regime non era di destra non vuol dire che non fosse regime.



Philosophers, psychologists, doctors, writers could have observed in our camps more than in anywhere else in all the versatility and in full details the specific process of narrowing of man's mental and intellectual horizon, decline of a man to the level of an animal and his process of dying alive*.
Aleksandr Solzhenitsyn


Chissà come mai i più densi libri del '900 russo si intrecciano con storie di abusi, torture, censure, deportazioni ed esecuzioni.


Se ci vogliamo appellare alla storia, appelliamoci a tutta la storia, non a "brani scelti".
Scelti da noi, secondo quanto ci conviene.



* non fa un po' ilpaio con "se questo è un uomo"? Terribilmente simili nei fatti, terribilmente diversi nella memoria. Non è giusto.

26 giugno 2012

Violenza inaudita e attacchi violenti.

QUARTUCCIU -Cagliari VIOLENZA INaudita

Era entrato con l'auto in un megastore
Temendo il peggio gli massacrano l'auto

I vigilantes lo accerchiano e attaccano l'auto con un estintore. E quando arriva la volante lo porta al reparto di psichiatria

All'inizio sembra incredibile. Talmente irreale da sembrare uno spot, il trailer di un film sulla violenza urbana. Il fatto avviene a Quartucciu, in provincia di Cagliari, al centro Commerciale Le Vele. Un gruppo di addetti alla vigilanza accerchia un'auto entrata come se niente fosse nel centro commerciale. Un signore tranquillo esce da un negozio di telefonia. Ed entra nell'auto. Probabilmente la sua. A quel punto scatta la «follia» dei vigilantes che prima accerchiano l'auto con due panche in legno. E poi cominciano a battere sull'auto con una violenza inaudita. Urla il proprietario dell'auto. Urlano i vigilantes che picchiano sul parabrezza con un estintore. Che, ovviamente, rompe il vetro. Fine della scena. Con il signore tranquillo prima a terra. E poi su una panchina che, buono, buono, aspetta. La polizia è arrivata poco dopo con una volante, su cui ha fatto salire il proprietario dell'auto. Per accompagnarlo al reparto di psichiatria dell’ospedale di Is Mirrionis. L’auto è stata sequestrata.

I FATTI - «I fatti non sono quelli che sembrano», dice Marcello Manca direttore delle Vele. «Quel signore sembrava tranquillo ma giovedì scorso aveva ripetuto la stessa scena: lo avevano trovato all'interno dell'aerea portuale di Elas. Sempre con l'auto». L'autista è un trentenne dipendente tecnico di una azienda sanitaria del cagliaritano. «La vigilanza aveva cercato di tenerlo sotto controllo», racconta ancora Manca. Usando una violenza esagerata? Non bastava chiamare il caro attrezzi? «Aveva l'aria normale, non era agitato ma si capiva che qualcosa non andava. I vigilantes, prima della scena poi ripresa nel video, avevano cercato di mediare, di farlo ragionare. Ma lui era riuscito e eluderli e ficcarsi nella sua auto». Appunto sembra un signore tranquillo nella sua auto. «Ha avviato il motore e chiuso le sicure. Non eravamo in grado di prevedere cosa avrebbe fatto. Temendo il peggio e che partisse in velocità nel centro, abbiamo preferito le maniere brusche. Ma tutto si è concluso non appena s'è rotto il vetro e abbiamo tolto le chiavi dal cruscotto. Questo era l'obiettivo».

Redazione Online



 Questo articolo ridicolo, totalemnte estraniato dalla realtà ci da la misura di quanto la redazione del corriere abbia letteralmente perso la bussola.
Non sa più dare il giusto valore ai vari diritti dei vari soggetti, non ha la minimia idea di dove siano il buonsenso e la giustizia, è sprofondata in una spirale scandalistica che lo porta ad urlare al massacro e alla violenza praticamente a caso, rendendo di fatto prive di signficato queste parole.

Un altro esempio?
Mi ero ripromesso di far finta di nulla ma la stortura nella scala dei valori del corriere(e non solo) è totale e sistematica.


LA VIGILIA - Minacciose offese alla vigilia del Gay Pride di Roma. Nel giorno della grande festa di piazza che vorrebbe insegnare la tolleranza e la pacifica convivenza con chi è diverso, le frange estreme degli oltranzisti cattolici hanno alzato la voce contro gli omosessuali. Militanti del movimento Militia Christi, hanno affisso venerdì notte alcuni manifesti in via Cavour, nella Capitale, lungo il percorso del corteo gay. «No al Gay Pride» recitano i manifesti su cui campeggia una fotografia di papa Wojtyla; «No a Roma capitale dell'orgoglio omosessuale», ribadiscono altre locandine.


[...]

AGGRESSIONI OMOFOBE - L'attacco violento di Militia Christi arriva nel giorno della festa e a meno di 12 ore dalla manifestazione tenutasi venerdì sera in piazza Farnese per dire basta alle aggressioni omofobe. «Manifestazioni del genere, che rivendicano orgogliosamente comportamenti innaturali, sono un’offesa per chi ancora ha a cuore una sana visione antropologica della società - hanno commentato gli oltranzisti cattolici -, sono un modello nefasto per i giovani oltre ad essere deleterie verso chi sente dentro di sé tendenze omosessuali».

Redazione Roma Online 



 Fermiamoci a riflettere sulle parole utilizzate in questi due articoli, che non mi stupirei scoprire essere scritti dalla medesima persona.

 Primo articolo:

QUARTUCCIU -Cagliari VIOLENZA INaudita 
(O tentativo di immobilizzare un folle?)
  Era entrato con l'auto in un megastore (perchè secondo loro è normale questo) Temendo il peggio gli massacrano l'auto(vedremo dopo che non è affatto vero, ma si sa che i titolisti...) I vigilantes lo accerchiano e attaccano l'auto con un estintore. 
E quando arriva la volante lo porta al reparto di psichiatria(non perchè fosse realmente necessario, solo per uno sfizio dei violenti vigilantes, solo per aggingere violenza alla violenza...)
 
All'inizio sembra incredibile. Talmente irreale da sembrare uno spot, il trailer di un film sulla violenza urbana.(perbacco, ma la cosa irreale non è il tizio in auto che scorrazza dentro un edificio dove le auto non possono entrare?) Il fatto avviene a Quartucciu, in provincia di Cagliari, al centro Commerciale Le Vele. Un gruppo di addetti alla vigilanza accerchia(inizia qui a dare connotati negativi agli "aggressori" che accerchiano, come lupi feroci, come banditi...) un'auto entrata come se niente fosse(ecco, è questo l'irreale, è questa la stortura, è questo il fatto violento sbagliato) nel centro commerciale. Un signore tranquillo(notate l'uso degli aggettivi, verrà ripetuto fino alla nausea "tranquillo" come se l'agire con pacatezza autorizzasse ogni comportamento. Il giornalista ha già iniziato a difendere l'unico criminale) esce da un negozio di telefonia. Ed entra nell'auto.(falso, dal video si vede che prima di entrare viene fermato dai vigilantes che giustamente cercano di impedirgli di salire sull'auto a parole. Il tizo quindi quantomento è stato avvertito che non era il caso di ripartire... decide liberamente di ignorare il divieto ed eludendo i vigilantes riesce a salire in macchina) Probabilmente la sua(come probabilmente? ha le chiavi, la avvia... come fa ad avere dubbi su questa cosa e non, per esempio, su altre?). A quel punto scatta la «follia»(follia. Già da un giudizio netto, senza possibilità di redenzione o di altra lettura) dei vigilantes che prima accerchiano l'auto con due panche in legno. E poi cominciano a battere sull'auto con una violenza inaudita(ci risiamo. Tralasciando la sintassi, ma vedete come scrive? cosa scrive? inaudita se hai vissuto su Marte fino ad un minuto prima. Inaudita se sei sordo e cieco. Di inaudito c'è ben altro.  Le violenze di Assad in Siria come dovrebbero essere in questa scala di valori?). Urla il proprietario dell'auto. Urlano i vigilantes che picchiano sul parabrezza con un estintore. Che, ovviamente, rompe il vetro(ovviamente. Come se fosse ovvio solo al giornalista. In effetti l'unico motivo dell'utilizzo dell'estintore era appunto rompere il finestrino per poter raggiungere le chiavi e sottrarle ao proprietario(probabilmente...) della macchina). Fine della scena(fine della minaccia). Con il signore tranquillo prima a terra. E poi su una panchina che, buono, buono, aspetta. La polizia è arrivata poco dopo con una volante, su cui ha fatto salire il proprietario dell'auto. Per accompagnarlo al reparto di psichiatria dell’ospedale di Is Mirrionis. L’auto è stata sequestrata. (solo io trovo l'utilizzo nevrotico della punteggiatura fastidioso e irritante? Non è mica Mc Carthy)
I FATTI - «I fatti non sono quelli che sembrano», dice Marcello Manca direttore delle Vele. «Quel signore sembrava tranquillo ma giovedì scorso aveva ripetuto la stessa scena: lo avevano trovato all'interno dell'aerea portuale di Elas. Sempre con l'auto». L'autista è un trentenne dipendente tecnico di una azienda sanitaria del cagliaritano. «La vigilanza aveva cercato di tenerlo sotto controllo», racconta ancora Manca. Usando una violenza esagerata? Non bastava chiamare il caro attrezzi?(di inaudito c'è solo la voglia di chi scrive di fare disinformazione. Qui uno dei responsabili sta spiegando i fatti, le motivazioni che hanno spinto ad agire in un determinato modo e il giornalista che fa? ironizza e fa il saarcastico. Come se non avesse bisogno di ascoltare...) «Aveva l'aria normale, non era agitato ma si capiva che qualcosa non andava. I vigilantes, prima della scena poi ripresa nel video, avevano cercato di mediare, di farlo ragionare. Ma lui era riuscito e eluderli e ficcarsi nella sua auto». Appunto sembra un signore tranquillo nella sua auto.(sbalorditivo. Continua a ripetere che è tranquillo, come se fosse la cosa rilevante della situazione. Forse gli è sfuggito che è stato immobilizzato non perchè ha schiamazzato o fatto altro, ma perchè è entrato con un autovettura in un edificio dove la stessa non poteva circolare, mettendo in pericolo le vite dei presenti. Ma veramente il giornalista non ha capito di cosa si stava parlando?) «Ha avviato il motore e chiuso le sicure. Non eravamo in grado di prevedere cosa avrebbe fatto. Temendo il peggio e che partisse in velocità nel centro, abbiamo preferito le maniere brusche. Ma tutto si è concluso non appena s'è rotto il vetro e abbiamo tolto le chiavi dal cruscotto. Questo era l'obiettivo». (mi pare che il gionalista avesse tutti gli elementi per capire. O è tonto, o è da radiare)

Redazione Online (nemmeno si firma il coniglio)


Secondo articolo:


LA VIGILIA - Minacciose offese(se si riferisce ai manifesti no, nessuna minaccia, nessuna offesa. solo una frase al massimo non condivisibile o stupida) alla vigilia del Gay Pride di Roma. Nel giorno della grande festa di piazza che vorrebbe insegnare la tolleranza(infatti talmente tollerante che gli unici manifesti con scritto qualcosa di non condiviso sono stati... vabbè... mi viene in mente un "ama i tuoi nemici" o un "sopporta i molesti" o altre cose così,  un po' demodè. Tollerare solo chi la pensa come te è l'esatto opposto dell tolleranza, se è questa che vogliono insengare(sto divagando, scusate, concentriamoci solo sulle parole usate, pardon)) e la pacifica convivenza con chi è diverso, le frange estreme degli oltranzisti cattolici(non conosco Militia Christi ma qui ne viene data una descrizione un attimo di parte) hanno alzato la voce(hanno espresso la loro opinione e si sono fermati li, senza andare oltre) contro gli omosessuali(gay pride = omosessuali? Ne siamo sicuri? Tutti gli omosessuali condividono i metodi e le dinamiche del gay pride? Non mi pare proprio, ma guai a dirlo.). Militanti del movimento Militia Christi, hanno affisso venerdì notte alcuni manifesti in via Cavour(quindi niente violenzae o urla scomposte. Solo affisso), nella Capitale, lungo il percorso del corteo gay. «No al Gay Pride» recitano i manifesti su cui campeggia una fotografia di papa Wojtyla(fotografia usata perchè la frase citata è proprio di GPII.); «No a Roma capitale dell'orgoglio omosessuale», ribadiscono altre locandine.

AGGRESSIONI OMOFOBE - L'attacco violento di Militia Christi(quale attacco violento? Se per caso uno di Militia avesse colpito con una spranga un gay che aggettivi sarebbero stati usati? Se le parole hanno ancora un senso, non si può dire che questo sia un attacco e neppure che sia violento) arriva nel giorno della festa(eccerto, sono tutti gai di la) e a meno di 12 ore dalla manifestazione tenutasi venerdì sera in piazza Farnese per dire basta alle aggressioni omofobe. «Manifestazioni del genere, che rivendicano orgogliosamente comportamenti innaturali, sono un’offesa per chi ancora ha a cuore una sana visione antropologica della società - hanno commentato gli oltranzisti cattolici -, sono un modello nefasto per i giovani oltre ad essere deleterie verso chi sente dentro di sé tendenze omosessuali».

Redazione Roma Online 


Stessa dinamica.
Stessa confusione in testa.
Stessi giochetti che non fanno onore al corriere.

Poi uno legge i commenti, basta una pagina, e non può che restare basito.













25 giugno 2012

Adesso ti spiego...

Si stava facendo la Colletta Alimentare, non quella un po' più famosa del "banco", una colletta in piccolo, per le esigenze estive della nostra caritas parrocchiale.
Modalità identiche però.

Consegna di volantino e sacchetto all'ingresso del supermercato e stoccaggio dei generi in scatoloni già suddivisi per tipo.

Non sono mai stato particolarmente fortunato, ho sempre beccato il fenomeno di turno che mi spiegava quanto fosse sbagliato quello che stavo facendo, etc..

Non Sabato.

È tardi, la colletta non è stata particolarmente proficua ma sono fuori da una cooperativa piccolina e non troppo frequentata, ci si annoia e già si pensa alla pizza a casa.
Arriva una signora, giovane, discretamente carina, che spinge la carrozzina con due pargoli, uno dentro e uno appeso dietro.
Prende il foglio, ci guarda, entra non molto convinta.
Quando esce, dopo poco, consegna un sacchetto, si allontana di qualche passo, poi prende il figlio maggiore per un braccio, lo sistema sulla pedana della carrozzina e si china verso di lui.
<adesso ti spiego perchè lo abbiamo fatto...>

Solo per questa scena, solo per questa mamma che sa fare la mamma, ne è valsa la pena.



È vero, il bene va anche spiegato.