Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




.

"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



01 aprile 2012

Sei solo un somaro.

MILANO - Ha iniziato vendendo a molti giornali italiani (Libero, circuito QN, quotidiani locali del gruppo L’Espresso e Il Piccolo di Trieste) interviste a scrittori famosi (da Philip Roth a John Grisham, passando per Paul Auster e Gore Vidal, fino al Nobel per la letteratura del 2009 Herta Muller), ai quali attribuiva dichiarazioni perlomeno sorprendenti («Obama? Una grandissima delusione», fece dire a Roth alla fine del 2009 su Libero) ma tutte inventate *1; poi, una volta sbugiardato a livello planetario da un’indagine del New Yorker dell’aprile del 2010, iniziata dopo l’intervista (questa sì vera) rilasciata un mese prima dallo stesso Roth a Repubblica (nella quale ammetteva di non aver mai parlato con Libero), nel giugno del 2010 Tommaso Debenedetti ha raccontato allo spagnolo El Paisla sua verità. Ovvero, che è stato tutto uno scherzo, orchestrato *2 «per dimostrare che in Italia fare informazione culturale seria è impossibile, perché è tutto falso» *3. Un giochetto di cui Debenedetti, professore di italiano e storia in una scuola di Roma, figlio di Antonio e nipote di Giacomo Debenedetti (entrambi scrittori e critici letterari), si dice soddisfatto al punto di autoproclamarsi «il campione italiano della menzogna per aver inventato un genere nuovo di informazione» *4
e di annunciare il suo sbarco sul web «dove spero di poter pubblicare nuovi falsi». Detto, fatto. Lo scorso anno Debenedetti ha creato falsi profili su Facebook di Mario Vargas Llosa, Almudena Grandes, Abraham B.Yeoshua, Umberto Eco e altri «per dimostrare la vulnerabilità del social network» e poi, complice la crescente popolarità, è sbarcato anche su Twitter, dove si è inventato account tarocchi (@presMarioMonti; @CardBertone; @MinistroMontoro) per annunciare morti illustri (nell’ordine, Fidel Castro, Papa Benedetto XVI e il regista Pedro Almodovar) e per esprimere giudizi politici sull’attacco Usa contro i civili afghani (come @PresHamidKarzai) e sui documenti pubblicati dal giornale inglese Guardian contro il presidente siriano Assad (come @PresAssadSyria).
L'INTERVISTA - «Twitter funziona bene per le notizie false – racconta oggi Debenedetti proprio al Guardian – perché i social media sono la fonte di informazione meno verificabile del mondo, ma i news media ci credono per il loro bisogno di rapidità nelle informazioni. Non ho fatto quello che ho fatto per soldi, visto che ho sempre preso fra i 20 e i 40 euro ad intervista, ma per dimostrare quanto debole fosse l’informazione in Italia. Qui non si controlla nulla, *5 soprattutto se quello che scrivi è vicino alla loro linea politica: ecco perché a Libero, che è di destra, è piaciuta la storia di Roth che attaccava Obama. Ad un certo punto ho avuto anche il sospetto che i direttori sapessero che le interviste erano finte, ma che le prendessero comunque». Dopo essere stato scoperto, Debenedetti ha chiuso con le interviste e si è messo a scrivere mail ai giornali, fingendosi Umberto Eco che criticava la guerra in Libia con l’International Herald Tribune («dopo che l’hanno pubblicata, li ho chiamati per farglielo sapere») e lo scrittore marxista Paco Ignacio Taibo che celebrava il Papa sull’Avvenire (che mise la testimonianza in prima pagina, prima di ricevere la chiamata di Debenedetti che ne rivendicava la paternità). Ma, più ancora di Facebook («dove hai un accesso limitato per via degli “amici”», spiega ancora il professore), la vera svolta è stata Twitter, dove il finto giornalista ha iniziato la sua cinguettante avventura come Henning Mankell, costringendo il vero scrittore svedese a negare sui giornali di casa le considerazioni a lui attribuite sul finto account.*5
LA VERITA' SU TWITTER - «Su Twitter puoi essere sicuro che la gente ti seguirà e il social network è usato come una vera fonte di informazioni in tempo reale e senza controllo. Prendete il caso di Montoro (al secolo Cristobal Montoro, ministro delle finanze spagnolo spesso usato da Debenedetti per i suoi finti tweet, ndr): lui ha ripetuto più volte che quell’account a suo nome è falso, eppure 3mila persone continuano a seguirlo. È tutto così facile».


*1 Non è truffa? Se io compro qualcosa, mi aspetto che sia effettivamente quello che mi hai detto essere. Se non lo è, mi stai truffando. Non sei furbo, sei un criminale.

*2 Scherzo? Orchestrato? Diffondere informazioni false non è uno scherzo, ripeto, si chiama truffa. Non è una cosa da neoeroi o di cui vantarsi.

*3 Calma, ci sono stati già casi di persone interessate a smascherare la scarsa professionalità dei giornali. Hanno inventato una notizia e appena ha cominciato a diffondersi tra le testate, hanno subito smascherato la fola, loro stessi, dimostrando così la loro tesi. Qui mi pare che questo ci abbia marcito sopra per anni, vendendo, e creando lui stesso disinformazione. Si è comportato esattamente come, se non peggio, i media che vuole accusare. Ma da che pulpito?

*4 Qui siamo al delirio puro. Soddisfatto di essere il più grande contapalle d'italia? Tesoro, guarda, stai prendendo un granchio. C'è poco da essere fieri e soddisfatti. Mi pare che questo soggetto abbia totalmente perso il senno e/o ogni etica professionale.
L'oggetto poi della sua soddisfazione è poi clamoroso. Non ha inventato un "nuovo tipo di informazione". Ha riproposto il solito tipo di disinformazione. 
Emblematico il fatto che ritenga inventare interviste un normale strumento di informazione. È convinto veramente di stare informando?
È come se un medico somministrasse curaro al paziente per protestare contro i casi di malasanità e poi, non soddisfatto, si dice orgoglioso di aver inventato un nuovo metodo di cura del paziente.
Boh. Totale deriva.

*5 Ennò, nel momento in cui io compro qualcosa, a prescindere dal prezzo, mi aspetto che quella cosa sia effettivamente quella che mi viene venduta. Non posso pensare ogni volta che mi venga venduta qualcosa tocchi a me dimostrare che sia effettivamente quella cosa. Se compro della ricotta al supermercato, foss'anche iperscontata, mi aspetto di trovare, dentro la confezione, della ricotta. Magari scarsa, non eccelsa, ma ricotta. Se trovo dentro del polistirolo non è sintomo della mia creduloneria o della scarsa attenzione degli italiani nel fare la spesa. Si tratta di truffa. Poi il produttore può raccontare che si tratta di una analisi di mercato per risolvere il problema della fame nel mondo e la pace in medio oriente, ma la verità del fatto resta una. Mi hai venduto come ricotta qualcosa che ricotta non è. Io non voglio estinguere la fame nel mondo. Non voglio risolvere la crisi mediorientale. Voglio solo mangiarmi la mia benedetta ricotta.

*6 Bellissimo esempio di onestà intellettuale. Bravo.

L'ultimo paragrafo poi è tutto un capolavoro, merita di esere riletto per intero.
LA VERITA' SU TWITTER - «Su Twitter puoi essere sicuro che la gente ti seguirà e il social network è usato come una vera fonte di informazioni in tempo reale e senza controllo. Prendete il caso di Montoro (al secolo Cristobal Montoro, ministro delle finanze spagnolo spesso usato da Debenedetti per i suoi finti tweet, ndr): lui ha ripetuto più volte che quell’account a suo nome è falso, eppure 3mila persone continuano a seguirlo. È tutto così facile».
Il problema, e forse a debenedetti sfugge, è che twitter, come ogni cosa in questo mondo, FA PARTE di questo mondo.
Non ha senso parlare di Verità su twitter, come se fosse una cosa slegata o disgiunta dalla realtà.
Il grosso problema è che il paragrafo dovrebbe intitolarsi LA VERITÀ NEL MONDO.
Esiste ancora?
Ovvio, è facile truffare, inventarsi una "verità". Sicuramente più semplice che cercarla.

Il problema è che non c'è possibilità di paragone tra una "verità" e LA Verità.
Le due cose non sono ambivalenti, interscambiabili senza problema.
Una vera intervista di Eco(che personalmente non apprezzo) non è paragonabile ad una falsa intervista ad Eco. Non sono due informazioni con lo stesso valore, con la stessa importanza.

La Verità, come in tutte le cose, è una sola.
Dovremmo tutti cercarla, sinceramente e appassionatamente.
Basterebbe questo sforzo, prima ancora della risposta.


Nessun commento: