Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




.

"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



16 aprile 2012

Guinea Bissau, golpe militare


La giunta al potere grazie al golpe del 12 aprile scorso ha annunciato il blocco delle frontiere marittime e aeree, dopo che il Portogallo ha deciso di inviare due navi e un aereo militare per una eventuale evacuazione dei propri cittadini. Il comando militare, in un comunicato, annuncia di aver deciso il blocco delle frontiere, senza precisare i termini temporali. Il Portogallo – potenza coloniale del paese africano – ha inviato la “forza di reazione immediata” nel caso si rendesse necessaria l’evacuazione di cittadini portoghesi e di altri paesi. Ma la reazione dei golpisti è stata netta.
Reazione verificatasi nonostante l’incontro – avvenuto ieri sera a Bissau – tra i golpisti ed esponenti dei partiti politici. Intanto, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Misna che cita alcuni giornalisti dell’emittente “Radio Sol Mansi”, il primo ministro Carlos Gomes Junior sarebbe stato arrestato e trasferito nella base dell’esercito a San Vicente, circa 45 chilometri a nord della capitale. Certo appare, invece, l’arresto del presidente Raimundo Pereira.
“Per ora – sottolineavano ieri sera le fonti della Misna – all’incontro stanno partecipando i rappresentanti del partito di Koumba Yala, ma non di quello di Gomes, il candidato vincitore del primo turno delle elezioni presidenziali”. In una nota diffusa nel pomeriggio i militari avevano sostenuto di convocare la riunione con i partiti con l’obiettivo di trovare “una soluzione politica” a “una situazione di caos e paura”.
La situazione resta, infatti, grave. Le frontiere via terra sono chiuse da giorni; la tv di Stato ha ripreso a trasmettere, ma manda in onda soltanto musica; le strade principali del paese restano presidiate dai militari; e la condanna dell’Unione Africana e dell’Onu tuona severa.
I golpisti avrebbero agito per stroncare un presunto piano governativo che avrebbe demolito l’esercito.

Fonte


Manette al capo dello Stato
​ «Ho sentito spari ed esplosioni di granate intorno alle 19,45 di giovedì. La residenza di Carlos Gomes Junior non è distante, stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho provato ad avvicinarmi ma le strade erano chiuse dai militari, sono riuscito a stento ad arrivare alla sede della nostra radio, che come le altre non può però trasmettere per un divieto imposto dai golpisti». È la voce di padre Davide Sciocco, missionario del Pime, a raccontare all’agenzia Misna qualche dettaglio dell’ennesimo colpo di Stato che sta sconvolgendo la Guinea Bissau, al centro di una nuova lotta di potere a pochi giorni dal ballottaggio delle presidenziali.

L’unica nota positiva è che finora non si segnalano vittime dopo il putsch effettuato dai militari l’altra sera. Non si segnalano scontri, ma ieri molti negozi nella capitale Bissau sono rimasti chiusi mentre i soldati pattugliavano le strade. Il presidente ad interim Raimundo Pereira – in carica da gennaio, quando è morto il capo dello Stato, Malam Bacai Sanha – e il primo ministro Carlos Domingos Gomes Junior sono stati catturati dai golpisti. «Siamo stati assaliti a colpi di bazooka e siamo stati obbligati a battere in ritirata», ha dichiarato un poliziotto presente davanti all’abitazione di Gomes Junior.

Le operazioni sarebbero guidate dal capo dell’esercito, Antonio Indjai, già implicato in un golpe contro Gomes junior nel 2000. Nelle scorse settimane l’omicidio del colonnello Samba Djalo e la messa in fuga dell’ex capo di Stato maggiore José Zamora Induta (uomini entrambi vicini a Gomes) sarebbero stati messaggi precisi indirizzati dai militari al premier.

Ieri i golpisti hanno spiegato di aver agito non per ambizione di potere ma a causa di un «documento segreto», secondo il quale le forze armate rischiavano di essere attaccate da «forze militari straniere» per volontà del governo di Bissau. Con tutta probabilità il riferimento è alla missione militare angolana attualmente in corso nel Paese. In serata, poi, i golpisti hanno convocato una riunione con tutti i partiti per «trovare una via politica per uscire dall’attuale situazione», con l’obiettivo di «un rapido ritorno alla normalità».

Il golpe è avvenuto mentre il piccolo Paese africano sulle rive dell’Atlantico si preparava al secondo turno delle presidenziali, fissato per il 29 aprile. Gomes junior (quasi il 49% dei voti al primo turno) era considerato favorito rispetto al leader dell’opposizione, Kumba Yala (26% dei consensi). Yala aveva lanciato un appello al boicottaggio del voto, denunciando una serie di irregolarità. La settimana scorsa, l’Angola ha ritirato la promessa di fornire 30 milioni di dollari nell’ambito di un programma di riforma della sicurezza che avrebbe provveduto a finanziare le pensioni di migliaia di militari. Ex colonia portoghese, la Guinea Bissau è sempre stata instabile dopo l’indipendenza nel 1974 tanto che nessun presidente è mai riuscito a completare il suo mandato.

La storia del Paese è segnata da successivi colpi di Stato e continue tensioni fra il governo e i militari, sulle quali influiscono anche i traffici di cocaina proveniente dal Sudamerica. L’Unione Africana ha sottolineato che «non accetterà alcuna presa di potere per via anticostituzionale» e il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha «condannato con forza» il golpe.* Ma sono minacce deboli. Tanto che negli ultimi quattro anni questo è il sesto golpe che si registra in Africa Occidentale.

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(ANSA) - TUNISI - I militari che ieri sera hanno annunciato di avere preso il potere in Guinea Bissau avrebbero arrestato il presidente della repubblica ad interim Raimundo Pereira. Lo ha riferito, si legge su alcuni media online della regione, una radio guineana. Ieri sera un gruppo di militari, con un annuncio fatto attraverso la radio nazionale, oltre al golpe, hanno anche reso noto di avere arrestato alcuni esponenti politici.

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(si sono sprecati molto in quel di via Solferino...)

(ASCA-AFP) - Bissau, 13 apr - L'esercito della Guinea Bissau ha detto di non avere intenzione di prendere il potere nel paese, dopo l'apparente golpe militare che ha portato all'arresto del primo ministro Carlos Gomez Junior e del presidente ad interim Raimundo Perreira.

''Il comando militare non nutre alcuna ambizione per il potere. E' stato costretto ad agire per difendersi dalle manovre diplomatiche del governo, finalizzate all'utilizzo di una forza militare straniera per eliminare le forze armate della Guinea Bissau'', si legge in un comunicato dell'esercito che fa riferimento alla missione militare attualmente in corso nel paese da parte dell'Angola.

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Due messaggi da una nostra amica:

"CEU E TERRAS":
La situazione per i nostri ammalati e' sempre complicata. Ci sono delle difficolta' per la distribuzione dei farmaci antiretrovirali, fondamentali per la stabilita' dei nostri pazienti e non abbiamo cibo, ne latte pediatrico da distribuire per le nostre donne e bambini.
Non sappiamo quando si trovera' un po' di stabilita' perche' risulta difficile per le nostre donne arrivare in clinica con la mancanza dei mezzi di trasporto. Loro sono debole e le distanze sono quasi insuperabili senza i mezzi publici.
L'Associazione continua a fare di tutto per non abbandonare i nostri pazienti in questi momenti difficili.
Un abbraccio e grazie della vostra solidarieta'.
Per gli aiuti in Italia contattare:
Kibinti Onlus
in Svizzera ( Patrizia Cameroni)
Associazione "Samori"
GRAZIE DI TUTTO.
Un abbraccio a tutti


  Carissimi amici
la situazione in Guinea e' complicata.
I nostri ammalati hanno bisogno di farmaci, e cibo!!!
No ce benzina per i generatori percio' non funziona nulla!!!
Speriamo che tutto possa tornare al piu' presto alla "normalita" perche' altrimenti ci saranno tante persone a soffrire le conseguenze.
Un abbraccio e grazie della solidarieta'.





* Ridicoli come solo loro sanno essere.
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