Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




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"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



09 aprile 2011


Interpretazioni diverse del trattato di Schengen. Primi rimpatri, disordini a Lampedusa.
Italia-Francia, intesa sui pattugliamenti.
Maroni: «Azione comune per fermare il flusso». Napolitano critica la Ue: «Le regole servivano da tempo»



MILANO - «Per sollecitare la Ue a contrastare l'immigrazione clandestina abbiamo concordemente deciso un pattugliamento comune sulle coste tunisine fra Italia e Francia per bloccare le partenze dalla Tunisia». Lo ha annunciato il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, al termine dell'incontro bilaterale nella prefettura di Milano con l'omologo transalpino Claude Guéant, preceduto alla vigilia da dichiarazioni tutt'altro che concilianti tra i due Paesi. Il governo francese aveva minacciato di rimandare in Italia tutti gli immigrati che valicheranno la frontiera in possesso del solo permesso temporaneo di soggiorno che le autorità italiane hanno deciso di rilasciare agli immigrati sbarcati nelle ultime settimane a seguito delle crisi nord-africane. E Maroni aveva replicato spiegando che «mettere le truppe, come a Risiko, alla frontiera tra noi e la Francia è la cosa più sbagliata» e che c'è un solo modo per i francesi di impedire che i migranti circolino liberamente anche nel loro territorio: «Che la Francia esca da Schengen o sospenda il trattato». Dopo il faccia a faccia milanese sembra invece profilarsi un clima di collaborazione, anche se sull'applicazione delle norme europee in materia di accoglienza le posizioni restano distanti.
DIVERGENZE SU SCHENGEN - La disputa maggiore era proprio sull'interpretazione del trattato di Schengen, che prevede la libera circolazione entro i confini dei Paesi che vi aderiscono. La Francia aveva fin dall'inizio sostenuto che il solo permesso di soggiorno temporaneo non sarebbe stato sufficiente e che i migranti avrebbero dovuto avere con sè quantomeno un passaporto valido e le risorse economiche necessarie al proprio sostentamento. «I permessi temporanei di soggiorno rilasciati dal governo italiano - ha precisato Guéant al termine dell'incontro con Maroni - aprono la possibilità di libera circolazione ma nel rispetto dell'articolo 5 di Schengen, che prevede il possesso di risorse finanziarie e documenti». Il ministro di Sarkozy ha poi sottolineato che «spetta ad ogni paese verificare queste condizioni». Non sembra dunque essere passata la linea italiana che con i permessi temporanei riteneva di avere trovato la chiave per far sì che anche altre nazioni facessero la propria parte nell'accoglienza ai migranti. Molti dei quali, tra l'altro, hanno dichiarato di essere sbarcati in Italia per questioni di vicinanza ma di essere in realtà interessati a raggiungere altri Paesi, in primis proprio la Francia, punto di riferimento naturale (a causa del suo passato coloniale) per tutte le popolazioni dell'area maghrebina. Ma proprio per questo il governo di Sarkozy teme una vera e propria invasione e di conseguenza ha stabilito ulteriori restrizioni per l'ingresso di stranieri sul proprio territorio. «Sulla questione che ha determinato polemiche sulla libera circolazione si applicano le regole di Schengen e gli accordi bilaterali Italia-Francia secondo le regole che ci sono» ha invece ribadito Maroni lasciando intendere che l'interpretazione delle norme, da parte italiana, è differente. «Le autorità francesi - ha aggiunto Maroni - sono libere di verificare, in rapporto di leale collaborazione. Tutte le questioni potranno essere risolte».
GERMANIA CRITICA - Non c'è soltanto Parigi che mantiene la linea dura sugli ingressi degli immigrati provvisti del permesso temporaneo per motivi umanitari (via libera soltanto se hanno anche documenti e soldi); fa sentire la propria critica anche la Germania. E promette di intervenire per bloccare l'iniziativa italiana per far passare le frontiere italiane ai migranti verso altri Paesi Ue. Il portavoce del ministro dell'Interno tedesco, infatti, fa sapere che Berlino infatti considera la decisione dell'Italia di accordare permessi temporanei per motivi umanitari ai migranti tunisini «contraria allo spirito di Schengen» e che il governo tedesco solleverà la questione lunedì alla riunione ministeriale Ue di Lussemburgo. Sull'argomento l'interpretazione del ministero dell'Interno italiano e del governo Berlusconi è diversa da quella che fin qui la Francia ( e ora la Germania ) hanno dato. La norma italiana che prevede i «permessi temporanei per motivi umanitari» è stata recepita al momento dell'adesione al trattato di Schengen. Per questo il ministro Maroni ha già sostenuto, nei riguardi della Francia, che per non rispettarla un Paese aderente al patto ha solo due possibilità: sospendere il l'applicazione del trattato o uscirne definitivamente. Ma bisognerà vedere se questa posizione di «diritto» reggerà all'opposizione politica di altri Paesi, specie se importanti come Francia e Germania.
I PERMESSI - L'Italia ha comunque stabilito con un Decreto del Presidente del Consiglio che il permesso di soggiorno temporaneo di 6 mesi per i cittadini nordafricani, giunti in Italia fra il primo gennaio ed il 5 aprile, da richiedere entro il 16 aprile, consentirà «all'interessato, titolare di un documento di viaggio, la libera circolazione nei Paesi Ue, conformemente alle previsioni dell'Accordo di Schengen e della normativa comunitaria». Lo si legge nel Dpcm, pubblicato venerdì sera sulla Gazzetta Ufficiale. Secondo l'Italia, una volta ottenuto il permesso di soggiorno temporaneo, l'unico limite per poter accedere negli altri Paesi Ue sarà la titolarità di un documento di viaggio.
INCONTRO MARONI-BOSSI - Maroni si è anche incontrato con il leader della Lega Umberto Bossi che gli ha manifestato «Piena intesa sull'immigrazione». Al colloquio era presente anche il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli. Sempre a quanto si è appreso, Bossi, Maroni e Calderoli hanno fatto il punto sulle soluzioni individuate per affrontare l'emergenza migranti e su quanto resta da fare. In questi giorni è stata proprio la difficile gestione dell'emergenza immigrazione a far salire la tensione all'interno della Lega. Oggi il colloquio tra i tre leghisti da cui sarebbe emersa appunto la «piena intesa» sul percorso fin qui seguito e sulle prossime mosse da fare.

Immigrati, tra rimpatri e tensioni
NAPOLITANO - Sul tema immigrazione è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, che ha criticato la Ue e ha rivolto un invito: «C'è bisogno di scelte più coese da molto tempo». Il Capo dello Stato anche detto che si è fatta fatica a rendere efficaci delle regole comuni in materia sia di immigrazione, sia di asilo che sono due fenomeni che spesso si confondono ma restano diversi», ha spiegato il capo dello Stato. «L'immigrazione è un processo di lungo periodo al di là dell'emergenza - ha sottolineato Napolitano - i dati dimostrano che continua il processo di invecchiamento della popolazione europea mentre prosegue l'iniezione di forza lavoro giovane dal di fuori dei Paesi dell'Unione».
PATTUGLIAMENTO- Intanto lo Stato maggiore della Difesa rende noto che «In applicazione dell'intessa italo-tunisina relativa all'emergenza immigrazione, la Marina militare, nella serata odierna, avvierà le operazioni di sorveglianza e monitorizzazione in prossimità delle acque territoriali tunisine mediante l'impiego della corvetta Minerva. All'attività prenderà anche parte un aereo da pattugliamento marittimo Atlantic».
LA RICERCA DEI DISPERSI - Nel frattempo, sul fronte del soccorso ai migranti che hanno affrontato il viaggio attraverso il Canale di Sicilia, va registrato che restano purtroppo senza esito le ricerche di dispersi del naufragio avvenuto martedì notte a 39 miglia ad sud di Lampedusa. Sarebbero almeno 250 le persone che ancora mancano all'appello. Le operazioni sono andate avanti per tutta la giornata di giovedì e proseguiranno anche venerdì. L'area del mare Mediterraneo, dove si è verificata la tragedia, è stata battuta da elicotteri, aerei e navi di ogni reparto. La Guardia di finanza e la Capitaneria di porto si sono avvicendate nelle operazioni ma l'impeto del mare non ha dato loro alcuna speranza. I corpi dei dispersi sono quasi sicuramente sul fondo del mare e non riaffioreranno fino a quando le condizioni meteo non saranno migliorate e le forti correnti sparite.
IL PRIMO RIMPATRIO - È invece salpata attorno alle 7,30 fa dal molo di Cala Pisana, a Lampedusa, la nave «Flaminia» della Tirrenia, con a bordo diverse centinaia di migranti. La nave, secondo quanto di apprende, dovrebbe approdare oggi prima a Catania e poi a Livorno. Con il trasferimento di questa notte, nel centro di accoglienza dell'isola rimangono ormai soltanto alcune decine di migranti. Giovedì notte, invece, è decollato dall'aeroporto dell'isola un aereo con una trentina di migranti diretti a Tunisi: si tratta del primo rimpatrio dopo la firma dell'accordo italo-tunisino di martedì scorso. I tunisini rimpatriati avrebbero tutti dei precedenti penali, secondo quanto riferito da alcune fonti all'Ansa. Secondo le stesse fonti sarebbero state le stesse autorità tunisine a fornire l'elenco di chi aveva precedenti con la giustizia. Ci sono stati però momenti di tensione al centro di accoglienza di contrada Imbriacola dopo la diffusione della notizia del rimpatrio forzato. Nel timore di essere rimpatriati anche loro, i 74 tunisini che erano arrivati mercoledì assieme a quelli adesso espulsi, hanno protestato animatamente e solo a tarda notte le forze dell'ordine hanno riportato la calma. L'ultimo sbarco di tunisini è avvenuto nell'isola alle 0.30 della notte di mercoledì, quando sono arrivati 104 migranti su un barcone soccorso dalla Guardia costiera.
TUNISINI GETTATI IN MARE - In mattinata è poi arrivata la notizia di quaranta tunisini gettati in mare dagli scafisti che pilotavano il loro barcone, nel tentativo di fuggire alla Guardia costiera che aveva intercettato il natante a poca distanza dall'isola di Pantelleria (Trapani). I migranti sono stati soccorsi, mentre due motovedette si sono messe all'inseguimento del barcone che è stato raggiunto dopo tre miglia. Arrestati i tre scafisti.
ARRIVATO BARCONE CON 600 PERSONE - In serata una vecchia nave, con a bordo centinaia di migranti che secondo una prima stima sarebbero circa 600, è appena attraccata al molo di Lampedusa. L'imbarcazione era stata avvistata a una ventina di miglia dall'isola ed è poi stata scortata in porto dalle motovedette della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza. La nave proverrebbe dalla Libia.
Fonte



Eccoli, pronti a pontificare sull'accoglienza, e anche a riprendere con vigore chi non accoglie, ma quando poi si bussa alle loro porte... Nah...
Finche' son laureati, tecnici e professionisti va bene, porte aperte. Quando arrivano col gommone meglio lasciarli in Italia.

Possiamo anche tenerli, non e' questo il punto.

Il nocciolo della questione e' che siamo presi per il culo da tutta europa, e questo a me non piace.

Poi oh, tutti in piazza per l'Unita' d'Italia con bandiere e coccarde al petto.

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