Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




.

"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



23 marzo 2011

Meanwhile, in Egypt

Un primo passo verso una democrazia compiuta in Egitto: i leader della rivolta contro Mubarak valutano così il risultato del referendum per la riforma costituzionale. Il “sì” ha trionfato, con il 77,2% contro il 22,8% di “no”: loro, i leader della rivolta, erano per il “no”, volevano che si scrivesse una Costituzione completamente nuova. Ora fanno buon viso a cattivo gioco, accettano il risultato, purché il rinnovamento non si fermi alla riforma. C‘è stato anche qualche broglio, ininfluente sul risultato finale: il presidente del comitato giuridico assicura che si avrà piena giustizia: “sono state presentate tutte le denunce, le procedure legali sono state avviate e agiremo contro chi ha sbagliato”.
A favore del “sì”, e molto attivi nella campagna referendaria, erano i Fratelli Musulmani.
La riforma costituzionale prevede che il Presidente possa restare in carica per due soli mandati di quattro anni, ma non modifica l’articolo due, che stabilisce che l’islam è religione di Stato e riconosce alcuni principi della legge islamica come “fonte principale” della legislazione.

Fonte

Tutti buoni a fare il tifo contro Mubarak, improvvisamente diventato cattivo, e a soffiargli contro.
Adesso pero' chi controlla e si assicura che i cattivi, quelli per davvero, non prendano il suo posto?
Chi si prendera' cura delle minoranze e delle donne?

Che diventi un nuovo Iran?
In quell'Iran, quello monarchico, quello non "democratico", era possibile questo. Oggi no.
Ovvero, il gioco vale la candela?



Cammello!
[cit.]

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