Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




.

"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



18 ottobre 2011

V per Pagliaccio

Guardando i cortei e le varie manifestazioni degli ultimi tempi, ed in particolare quella di Sabato scorso a Roma, non ho potuto non notare un fiorire sempre più rigoglioso di maschere di Guy Fawkes, quelle del film V per Vendetta, per capirci.


Il film, carino, racconta le gesta di una "vittima del sistema", quello si dittatoriale e corrotto, una oligarchia alla Orwell, una societa' controllata dall'alto ad ogni livello. Il nostro eroe si prodiga per combattere questo governo corrotto e, tra omicidi e demolizioni varie, alla fine riesce far crollare i cattivissimi e a riportare la democrazia e la libertà in Gran Bretagna.
Il film funziona, i cattivi sono davvero cattivi: vengono a prenderti a casa manganellate a gogo, sacchetto nero in testa e tanti saluti. Se osi contraddire o protestare le autorita', o se sei gay o immigrato(mi pare), questa e' la tua fine.
Una vera dittatura nazi/comunista fatta e finita, nessuna libertà in cambio di quiete e pace, dove la figura di V  spicca salvifica e positiva e l'uso della violenza diventa quasi indispensabile contro un governo del genere.
Nel film.


Nella realtà?
Il fatto stesso che questo film esista, non sia proibito ne' messo all'indice ci pone un grado di libertà superiore a quello concesso nel film.
Ed così è per mille altre cose.


L'indossare la maschera oggi e qui perde ogni significato in questo contesto che ha poco da condividere con UK 2019. 
In Iran avrebbe senso; in Cina, in Nord Corea. 
Probabilmente anche a Cuba. 
Ed e' per questo che dubito fortemente che si possa impunemente guardare, vendere, diffondere V per Vendetta in questi regimi che non sono molto distanti da quello nel film.
Se hai visto la pellicola(o letto il fumetto), allora vivi in un contesto non paragonabile a quel mondo e immedesimarti, vestendo i suoi panni, in V e' un esercizio che va bene solo a carnevale o con spirito comunque carnevalesco.
Nel momento in cui lo fai con convinzione, con serietà, si scade nel patetico e nell'infantile.

Nel film la maschera ha un significato particolare. E' l'identità dietro alla quale si può combattere il regime, e' la difesa del mio viso, del mio volto, il tutore della mia libertà. Se protesti o contesti senza maschera, anche solo urlando uno slogan, vanno a guardarsi le registrazioni, ti identificano e nottetempo vengono a trovarti a casa. La maschera diventa quindi sussidio indispensabile.


Oggi, invece, mi sembra che chi la indossi la usi come legittimazione della propria protesta, immaginandosi una dittatura che non esiste, difendendosi da rappresaglie che non arriveranno mai, sentendosi un po' V per qualche ora a pochi metri da casa propria. 
Rivoluzionari della Domenica pomeriggio.
Rovesciatori di dittature in democrazia.










« I popoli non dovrebbero temere i propri governi: sono i governi che dovrebbero temere i loro popoli. i popoli dovrebbero essere il proprio governo.»


Mio personale punto di vista. Se poi si vuole combattere, vediamo pure questi due soggetti come in conflitto. Io preferisco vederli in sinergia. Che poi sia più facile la prima via e' un altro paio di maniche. Di sicuro seguendo la seconda si vive meglio.



PS: Nulla da dire sulla legittimità delle proteste di Sabato. A volto scoperto, con cognizione di causa.
Mi repelle il mondo della finanza e delle banche.
 

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