Sotto l’azzurro fitto
del cielo
qualche uccello di mare se ne va

né sosta mai
perché tutte le immagini portano scritto

“più in là!”




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"Io dichiaro la mia indipendenza. Io reclamo il mio diritto a scegliere tra tutti gli strumenti che l'universo offre e non permetterò che si dica che alcuni di questi strumenti sono logori solo perché sono già stati usati"

Gilbert Keith Chesterton



30 novembre 2011

Togliete alle donne ogni dignità e saranno docili.

Pochi giorni fa i salafiti hanno colpito Iqbal Gharbi, la prima docente di psicologia all’università tunisina della Zaytouna, ovvero l’università islamica di Tunisi che vanta una tradizione di studi e ricerca che mirano a coniugare islam e laicità. La Gharbi è una fautrice di una interpretazione in chiave moderna dell’islam e del testo coranico. Nominata dal governo di transizione direttrice responsabile di Radio Zaitouna si è vista occupare l’ufficio da un gruppo di uomini, sempre con barba lunga e tunica bianca, che si sono identificati come membri del “Comitato tunisino per la promozione del bene e la proibizione del male”
 [...]
Amel Grami, docente di Religioni comparate all’Università della Manouba, che ha denunciato non solo il peggioramento della condizione della donna dopo la rivoluzione, ma anche i numerosi casi di violenza. In un recente articolo ha scritto: «Niente più paura dopo oggi… questo è stato il motto subito dopo avere cacciato la dittatura, ma purtroppo il cerchio della paura è tornato a soffocarci. […] Non pensavamo che la dittatura avrebbe lasciato il posto a una nuova dittatura così rapidamente, non avremmo mai immaginato che la nuova dittatura, dopo la rivoluzione di cui siamo stati orgogliosi, fosse all’insegna del velo integrale e delle sale di preghiera nell’università» [...]
D’altronde un movimento islamico che tra i suoi candidati aveva Souad Abderrahim, una donna senza velo potrebbe anche schierarsi contro chi vorrebbe imporre il niqab nelle università tunisine… ma sarà difficile. La Abderrahim che ha dichiarato che al-Nahdha «non interverrà sullo stile di vita dei tunisini e delle tunisine, non intaccherà i diritti acquisiti delle donne e non ha piani segreti per l'islamizzazione del Paese», al contempo ha già sollevato polemiche nel momento in cui ha affermato che «vergogna per i paesi arabi musulmani che mostrano clemenza per donne che compiono atti abominevoli fuori dal matrimonio». «Si tratta di peccatrici - ha affermato la neoeletta -, che eticamente non avrebbero diritto di esistere»
 [...]
 
Fonte

E passa tutto come se fosse giusto e naturale. In fondo è una religione di pace e amore.

Pero' poi scatta un vespaio se un somaro che conta picche parla di togliere i libri per far tornare le donne a partorire.
Ok, va benissimo, ma resta sempre un somaro che conta picche.
Mentre a 1000km da casa nostra non si tratta di somari che contano picche che dicono stronzate, ma gente che è al potere e che comincia ad agire.

La differenza e' la stessa esistente tra un marmocchio che ti spara con le dita e fa <bang> con la bocca impiastricciata di marmellata o nutella e un rapinatore che ti punta la pistola contro e non vuol sentir ragioni.

Certo, a prendersela con il pupo non si rischia nulla.



Oppure questo.

la punizione. Uno, due, tre, dieci colpi per spezzare quella donna che gli stava sfuggendo, che «voleva cambiare vita», che aveva smesso di portare il velo, si sforzava di parlare italiano, frequentava altre mamme e aveva trovato negli ambienti della parrocchia, tra i volontari della Caritas e il gruppo ricreativo per i bambini, aiuto, solidarietà e parole nuove.
Fonte
E' forse meno grave un somaro che agisce di uno che parla?

Perchè allora ci si indigna di più per il secondo?

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