Si dice che abbiano alzato la mano per offrirsi volontari quando ieri mattina, dopo l'esplosione devastante al reattore numero 2, si è trattato di stabilire chi doveva rimanere e chi no. Cinquanta piccoli Ulisse davanti a un Polifemo che sbuffa senza sosta, da tre giorni, vapore e fumo radioattivo. La catastrofe che il mondo intero teme, loro la guardano da un passo, la captano dai rumori sinistri che arrivano dai sei reattori dell'impianto.
[...]
Nello spazio immenso dell'impianto, cinquanta uomini sono puntini che si confondono con il grigio scuro delle fotografie scattate dagli elicotteri, sono sagome minuscole perdute sotto i pennacchi di fumo dei reattori scoppiati o incendiati. Il panorama è spettrale, l'umore è quel che si può. «Che ne sarà di loro?» si chiedono i 750 compagni di lavoro evacuati ieri mattina. E che succederà al Fukushima I?
Fonte
Fanculo i referendum sul nucleare.
Fanculo le dichiarazioni non richieste e a mio avviso inopportune di Günther Oettinger.
Fanculo tutti i proclami dei grandi scienziatoni di casa nostra.
Dovremmo riempirci la bocca dei loro nomi.
I cuori del loro coraggio.
Gli occhi delle loro piaghe.
I libri delle loro storie.
E magari pregare per questi eroi.
Che in fondo, non sono nulla di piu' che uomini.
Ma nulla di meno che uomini.
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